“Il loro sogno si è infranto contro la realtà”. Con queste parole Stefan Enchelmaier, politologo dell’Università di Oxford, commenta le dimissioni della premier britannica Liz Truss. “La prima ministra e i suoi collaboratori erano accecati da un’ideologia di destra ma si sono trovati a fare i conti con un mondo vero, dove il loro piano finanziario è stato bocciato dai mercati dove contano le cifre e la credibilità”, spiega l’esperto. “Così è capitato anche con la Brexit dove è stato promesso agli elettori che uscire dalla Ue avrebbe riempito le casse dello Stato e riavviato il sistema sanitario mentre la sovranità politica britannica sarebbe stata salvata dalla minaccia di un’Unione europea federale – ha osservato il professore -. In realtà, è capitato il contrario. I fanatici della Brexit, alla guida del Partito conservatore, stavano distruggendo la stabilità finanziaria del Regno Unito lasciandosi alle spalle un conto salatissimo da pagare per i cittadini”.
Sulla possibilità di una ripresa, per il Partito conservatore che rimane alla guida del Regno Unito, l’esperto è ottimista. “I Tories hanno scelto Jeremy Hunt, che è sempre stato a favore della Ue, come ministro delle finanze e del tesoro e potrebbero rispolverare l’oppositore di Liz Truss, Rishi Sunak, come premier. Con un gabinetto di moderati competenti il Partito ha ancora due anni per rimettersi in sesto prima delle prossime elezioni generali anche se, certo, la crisi del costo della vita è difficile da gestire”, conclude.