“Carisma, organizzazione, sostenibilità. È il ‘tripiede’” su cui si è appoggiata la Piccola Casa della Divina Provvidenza nel 2021. È l’immagine usata dal Padre generale don Carmine Arice nell’introdurre la presentazione del Bilancio di Missione della Piccola Casa nel 2021 che si è tenuta ieri sera, lunedì 17 ottobre, nella Sala Convegni del Cottolengo di Torino. A commentare i dati del Bilancio, suor Alessandra Smerilli, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. “Nel 2021 la Piccola Casa – ha sottolineato padre Arice – ha cercato di portare a molti, in particolare a persone che vivono situazioni di povertà, sofferenza e rifiuto, la buona notizia: Dio è Padre e si prende cura dei suoi figli, attraverso il lavoro di migliaia di operatori (oltre 2.500), insieme ai religiosi, e con 10 milioni di ‘investimenti carismatici’ su circa 114,6 milioni di fatturato complessivo”. Gli “investimenti carismatici” sono stati devoluti in particolare per coprire i contributi delle rette per gli ospiti delle Rsa o per l’iscrizione nelle scuole, per l’accoglienza nel Social Housing, per le cure sanitarie ai più fragili e per il sostegno alle missioni cottolenghine nel mondo. Sono poi state ristrutturate diverse case e Rsa tra cui la Piccola Casa di Torino, inaugurata lo scorso 30 aprile dal card. Pietro Parolin, Segretario di Stato Vaticano, la Casa Cottolengo di Pinasca (To), nel Pinerolese. Sono in corso i lavori di ristrutturazione per avviare uno studentato al Cottolengo di Torino e per la nuova Casa Cottolengo a Pisa. Saluti sono giunti dalle Istituzioni regionali e da quelle comunali. Mons. Mauro Rivella, Vicario episcopale per gli Affari Economici della diocesi di Torino, ha portato il saluto dell’arcivescovo mons. Roberto Repole: “Il Cottolengo è un prete di Torino, è uno di noi – ha evidenziato mons. Rivella – ha saputo cambiare la propria vita sulla base dei bisogni concreti che ha incontrato. Il dono più grande che la Famiglia Cottolenghina rappresenta è proprio quello di essere una presenza concreta che cerca di rispondere ai bisogni reali delle persone di oggi. La Piccola Casa, in un modo molto intelligente, porta avanti la grande sfida di essere presente come Chiesa in un contesto sociale complesso muovendosi al passo coi tempi e con le istituzioni, i privati e il mondo del Terzo Settore”. “Nell’ascoltare la presentazione del Bilancio di Missione della Piccola Casa vedo un piccolo miracolo”, ha sottolineato suor Smerilli, “sappiamo bene in che stato versa la Sanità cattolica non profit in Italia: non è in uno stato di salute. Vedere come la Piccola Casa, in maniera così trasparente, riesca a raccontare ciò che è stato fatto riempie di gioia”. “Nella storia – ha proseguito – le opere religiose che hanno separato la gestione economica dal carisma, o viceversa, non hanno fatto molta strada. Spesso manca l’arte di sapere far diventare idea i progetti. Siamo dentro ad un momento difficile a maggior ragione dobbiamo farci carico e testimoniare che c’è qualcosa che ci tiene uniti come fratelli, ovvero la capacità di prenderci cura gli uni degli altri. In un momento brutto abbiamo bisogno di vedere atti di Vangelo vissuto. Il vostro è un grande esempio di come organizzare la speranza”. Per visionare il bilancio con i dati in parole e numeri per ogni settore: https://drive.google.com/drive/folders/1LnSnpLZ90Kk7Hxlu-ycALJ0EPWcQtPK7?usp=sharing