Cammino sinodale: card. Coccopalmerio, “passare dal consultivo al deliberativo nelle decisioni che si prendono per il bene della Chiesa”

(Foto: Centro di orientamento pastorale)

“Passare dal consultivo al deliberativo nelle decisioni che si prendono per il bene della Chiesa”. È l’indicazione espressa dal card. Francesco Coccopalmerio, presidente emerito Pontificio Consiglio per i testi legislativi, intervenendo oggi pomeriggio alla 71ª Settimana nazionale di aggiornamento pastorale in corso a Frascati per iniziativa del Centro di orientamento pastorale.
Nella sua relazione dedicata a “Oltre il consultivo e il deliberativo. La comunità cristiana: soggetto comunionale deliberante”, il porporato ha spiegato il significato del termine “condecisione” che ha dato spunto al tema dei lavori della Settimana. “In una parrocchia – ha osservato – anche se ascolta i consigli dei fedeli, il parroco prende le decisioni da solo. La cosa è non solo legittima ma anche sancita dai canoni del Codice di Diritto canonico”. Una situazione, ha commentato, che “può andare bene, ma non soddisfa, anche se la capiamo profondamente” perché “la consultività ecclesiale – ha proseguito – è particolare, è molto esigente”. Ma, ha rilevato, “è proprio nel compimento dell’atto di decisione che trova espressione autentica la sinodalità”. Ecco perché “noi – l’auspicio del cardinale – vorremmo passare ad uno stadio successivo”, affermando che “la decisione pastorale è presa non solo dal parroco, per quanto con i consigli dei fedeli da lui accettati, ma dai fedeli con il parroco, cioè da tutto il Consiglio pastorale parrocchiale”. “Non si tratta di un parlamentarismo – ha ammonito Coccopalmerio – o di una democrazia intesa in senso civilistico ma di una deliberatività tipicamente ecclesiale, dove alla maggioranza dei voti deve sempre accedere il voto concorde del pastore” poiché “senza pastore non si va da nessuna parte, questa è la Chiesa”. Agendo così, ha sottolineato, si considerano “i fedeli anche come responsabili nella scelta. Lo schema deliberativo è coerente con l’essere della Chiesa la cui unità è così confermata” mentre “nello schema consultivo non c’è Chiesa”.

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