“Il futuro del Consiglio d’Europa” è l’oggetto di un rapporto appena pubblicato dal Gruppo di riflessione di alto livello presieduto dall’ex-premier irlandese Mary Robinson. “Abbiamo bisogno di decisioni politiche al più alto livello per superare questi tempi bui”, ha commentato Robinson. Avevamo sperato che situazioni come quella in Ucraina fossero un ricordo del passato, ma ci sbagliavamo”. La guerra in Ucraina è un “campanello d’allarme per l’Europa”, ma da affrontare ci sono anche le retrocessioni della democrazia, la messa in discussione dello Stato di diritto e del nostro sistema di protezione dei diritti umani. Trenta sono le raccomandazioni che il gruppo di esperti ha formulato, nel solco delle competenze fondamentali del Consiglio (promozione della democrazia, dei diritti umani e dello stato di diritto), con l’invito a rafforzare la cooperazione paneuropea, in particolare con l’Ue e l’Onu. Secondo la Robinson, e secondo il Rapporto, ci sono quindi “gli strumenti per affrontare le crisi multiple e complesse” dell’oggi, ma serve “la volontà politica di agire”. Opinione condivisa da Marija Pejčinović Burić, segretaria generale del Consiglio, da Tiny Kox, presidente dell’Assemblea parlamentare e da Simon Coveney, ministro degli esteri irlandese che presiede il Comitato dei ministri è l’urgenza di un nuovo summit dei capi di Stato e di governo dei Paesi membri del Consiglio d’Europa. E serve lavorare affinché l’istituzione “riaffermi il suo impegno a compiere le sue principali missioni, tra cui l’attuazione delle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo”. Il gruppo di esperti era composto di sette personalità eminenti, tra cui Federica Mogherini.