Ottobre missionario: otto video a disposizione per l’animazione nelle comunità. La storia di Pauline Jaricot, “missionaria social ante litteram”

Alcuni l’hanno definita una “missionaria social ante litteram”, per la sua intuizione di mettere in contatto o, meglio, in rete persone dedite alla preghiera con il cuore aperto al mondo. È Pauline Jaricot (1799-1862), francese di buona famiglia, beatificata lo scorso 22 maggio nella sua città natale, Lione. Fondatrice dell’Opera della propagazione della fede, oggi una delle Pontificie opere missionarie, era stata dichiarata venerabile da Giovanni XXIII nel 1963. Adesso ha concluso il suo iter verso la beatificazione, dopo il miracoloso risveglio dal coma di una bambina, Mayline Tran, nel 2020.
Ma chi è Pauline Jaricot? A descrivere la sua figura e l’importanza che ha avuto e ha tuttora per la Chiesa universale è il docufilm dal titolo “Pauline Jaricot giovane imprenditrice a servizio della fede”, prodotto da Luci nel mondo per la Fondazione Missio. Il docufilm è uno degli otto prodotti da Missio per l’animazione dell’Ottobre missionario e messi a disposizione di chiunque – singoli, comunità, Centri missionari diocesani, scuole, parrocchie – voglia ascoltare le testimonianze di “Vite che parlano”. “Pauline Jaricot, con le sue scelte radicali e coraggiose, è senza dubbio una di queste”, spiegano a Missio.
“Con una panoramica sui luoghi di Lione dove Pauline ha vissuto, il video raccoglie moltissime voci: quella del cardinale Luis Antonio Tagle, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli; quella di don Valerio Bersano, segretario nazionale della Pontificia opera della propagazione della fede; ma anche quella di don Giuseppe Pizzoli, direttore nazionale delle Pontificie opere missionarie, di suor Roberta Tremarelli, segretario generale della Pontificia opera dell’infanzia missionaria, di monsignor Giovanni Pietro Dal Toso, presidente delle Pom, di padre Tadeusz Jan Nowak, segretario generale della Pontificia opera della propagazione della fede”.
“Tutti la descrivono come un pilastro della missione universale della Chiesa, passata alla storia per la sua intuizione che risale a due secoli fa, ma è più attuale che mai. Soprattutto in questo periodo storico in cui il sostegno alle missioni senza distinzioni – a tutte, non a questa o a quella in particolare – esige un’universalità ancora più urgente”.

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