La cultura è un “bene pubblico globale”. Lo affermano i 150 Stati che oggi a Città del Messico hanno adottato all’unanimità un’ambiziosa Dichiarazione per la cultura al termine di Mondialcult 2022, convocata dall’Unesco. Nel testo l’accordo dei paesi su una tabella di marcia comune per rafforzare le politiche pubbliche in questo campo.
“La cultura ha un ruolo fondamentale nelle nostre società”, ha affermato il direttore generale Unesco Audrey Azoulay. “Attraverso la cultura le persone possono scoprire la loro comune umanità e diventare cittadini liberi e illuminati. Eppure, nonostante i progressi, non ha ancora il posto che merita nelle politiche pubbliche e nella cooperazione internazionale”; pertanto la Dichiarazione adottata nei giorni scorsi è “un impegno ad agire”.
Nella Dichiarazione, frutto di dieci mesi di negoziati multilaterali guidati dall’Unesco, gli Stati affermano per la prima volta che la cultura è un “bene pubblico globale”; pertanto deve essere inclusa “come obiettivo specifico a sé stante” tra i prossimi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni unite. Il testo definisce un insieme di diritti culturali: diritti sociali ed economici degli artisti, libertà artistica, diritto delle comunità indigene di salvaguardare e trasmettere le proprie conoscenze ancestrali, protezione e promozione del patrimonio culturale e naturale, e richiede una sostanziale regolamentazione del settore digitale, in particolare delle principali piattaforme, a vantaggio della diversità culturale online, dei diritti di proprietà intellettuale degli artisti e di un accesso equo ai contenuti per tutti. I governi si impegnano inoltre ad intensificare la lotta al traffico illecito di beni culturali attraverso una maggiore cooperazione internazionale e una più efficace protezione dei siti archeologici per prevenire scavi e saccheggi illegali. Entro il 2025 sarà operativo un museo virtuale dei beni culturali rubati, realizzato da Unesco e Interpol.