La Chiesa cattolica “tiene molto a promuovere” una “rinnovata visione del turismo, nell’ottica dello sviluppo umano integrale”. Lo scrive il card. Michael Czerny, prefetto del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, nel Messaggio del Dicastero in occasione della Giornata mondiale del turismo che ricorre oggi sul tema “Ripensare il turismo”. E’ “con gli occhi della speranza” che la Chiesa guarda al turismo, esordisce il porporato precisando che la sua ripartenza “può avere un riferimento nei principi che hanno ispirato il Codice mondiale di etica del turismo”. “Urgente un cambio di rotta – l’esortazione di Czerny -, dimostrando di sapere uscire migliori da una crisi che ha rivelato tante diseguaglianze e ingiustizie – che l’attività turistica, quale vera e propria industria economica, va svolta secondo princìpi di equità e di trasformazione sociale”. Ciò avviene, ad esempio, “quando vengono rispettati i diritti sul lavoro degli addetti del settore” e quando il turismo stesso “si svolge nel pieno rispetto dei diritti fondamentali e della dignità delle persone”, come ha ricordato il Papa nel videomessaggio per la 109ma Conferenza internazionale del lavoro. “Giustizia – si legge ancora nel Messaggio – è anche condividere i profitti in modo equo, vincendo una logica predatoria, soprattutto nei riguardi di popolazioni e aree geografiche particolarmente provate dalle crisi molteplici che travagliano il mondo contemporaneo”. Ripartire significa inoltre “non dimenticare che l’impatto che il turismo ha sull’ambiente è molto rilevante. Il paradigma dominante della massimizzazione dei consumi può arrivare a deturparlo in maniera veloce e feroce. Con la pandemia e con l’attuale crisi energetica è divenuto più evidente quanto sia bene anzitutto puntare al turismo di prossimità”. In questo scenario, avverte il prefetto, “le politiche locali possono oggi venire profondamente ripensate in termini di ospitalità e di qualità della vita per gli abitanti storici, i nuovi venuti, i vicini più prossimi”. Su scala planetaria, inoltre, “i flussi di merci, lo spostamento di persone a fini turistici e i ritmi di consumo devono essere certamente ricalibrati nella direzione di un corretto rapporto tra esseri umani e creato”. “La sostenibilità del turismo, infatti – spiega Czerny -, si misura non solo in termini di inquinamento, ma anche nell’impatto sulla biodiversità degli ecosistemi naturali e sociali” mentre il cambiamento climatico, per altro, “in una prospettiva a medio termine può incidere negativamente sull’attrattività di numerose mete tradizionali, con il rischio di penalizzare ulteriormente, anche sotto questo punto di vista, regioni economicamente già fragili”. “Tutela della biodiversità e stupore davanti alle meraviglie del creato devono dunque convivere nel turismo ‘ripensato'”, il monito del capo dicastero.