“Il Vangelo non intende spaventarci, ma scuoterci, inquietarci, provocarci a riconoscere che, come scrive il Papa nel Messaggio per la Giornata del migrante e del rifugiato, ‘il senso ultimo del nostro viaggio in questo mondo è la ricerca della vera patria’”. Così mons. Ivan Maffeis, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, nell’omelia della messa celebrata ieri, Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, promossa a livello diocesano dall’Ufficio per la pastorale dei migranti e degli itineranti, in collaborazione con le cappellanie delle comunità afro anglofona e francofona, latinoamericana, romena e ucraina. Commentando le letture in una gremita chiesa parrocchiale di San Donato all’Elce di Perugia, mons. Maffesi ha spiegato: “In questa ricerca è luce la parola del Signore che parla nelle Sacre Scritture, nella Chiesa, negli eventi, nei fratelli, a partire dai tanti Lazzaro che stanno alla nostra porta: poveri, migranti, sfollati, rifugiati, vittime della tratta, della miseria, dello sfruttamento, della guerra. La giustizia domanda ogni sforzo per includerli, riconoscendo e valorizzando quanto ciascuno di loro può portare alla crescita sociale, economica ed ecclesiale della nostra società”. Di qui un’esortazione: “Riflettiamo, pensiamo, confrontiamoci; ma non fermiamoci alle parole: ‘Nei momenti cruciali della storia, chi ha saputo lasciare una buona impronta lo ha fatto perché ha tradotto gli ideali, i desideri, i valori in opere concrete’, ha detto ieri (24 settembre, ndr.) Papa Francesco intervenendo ad Assisi”.