(Milano) Il Festival della Missione “è stato pensato e siamo sicuri funzionerà come un grande spazio comunicativo in cui, con i tanti linguaggi della festa e dello stare assieme, si potranno vedere i frutti della riforma che Papa Francesco sta chiedendo alla Chiesa: una Chiesa in uscita, che si sente missionaria e pronta a condividere con tutti la gioia dell’amore di Dio. È con questo stile che affronteremo le tante sfide del presente: la pace che sembra soccombere, soffocata dalle tante guerre scoppiate anche negli ultimi mesi; gli squilibri del mondo, che vede ancora tante zone vittime della povertà e dell’emergenza climatica”. Lo dichiara mons. Luca Bressan, vicario episcopale della diocesi di Milano per la cultura, la carità, la missione e l’azione sociale, alla presentazione del festival. “Vivere per dono”, aggiunge: “uno slogan da interiorizzare perché diventi strumento per leggere il presente ed energia per convertire i nostri stili di vita”.
Mons. Bressan spiega che la diocesi intende la quattro giorni missionaria nella prospettiva di tre “laboratori”. “Il primo intende verificare come la Chiesa stia cambiando”, anche in linea con le “tante idee che Papa Francesco ha fatto risuonare”. “La Chiesa – argomenta – è attraversata da un po’ di malattie, ma ha anche in sé le medicine per curarsi”.
“Il secondo laboratorio è quello della pace. Il festival offrirà l’opportunità di incontri e dialoghi anche per riscoprirsi fratelli e sorelle. L’attuale clima di guerra è una tentazione che ci fa regredire. Dobbiamo tornare a fidarci dell’altro, che è sempre un dono di Dio”. Il terzo “laboratorio” concerne l’accostamento del festival con la Gmg. Con i giovani della Lombardia, che convergeranno su Milano, “possiamo essere protagonisti della pace e della fraternità”.