“L’uomo che ha abbattuto i muri”, “l’unico leader del Paese che ha superato la prova del potere”: così viene definito Mikhail Gorbaciov da Kiryll Martinov, direttore della testata dissidente russa Novaja Gazeta Europa. Nel 1993, si legge sul sito inglese della testata, Gorbaciov fu co-fondatore di Novaya Gazeta e detentore del 10% della proprietà. E oggi, in un lungo articolo, Martinov che ha ricostituito la testata all’estero, dopo che Putin l’ha di fatto bloccata in Russia, ricorda Gorbaciov che ha guidato il Paese “per sei anni, solo un attimo, secondo gli standard dei dittatori che sognano il potere eterno”. Secondo Martinov, “Gorbaciov era un outsider in una società che stima il modello politico di Stalin; ma questa società è malata di paura”. “Quella che trent’anni fa era apparsa come una debolezza di Gorbaciov oggi sembra il superamento della prova del potere”, perché Gorbaciov è rimasto uomo, ha lasciato il potere senza impazzire. Gorbaciov era “un europeo che parlava la stessa lingua del resto del mondo. Gli fu facile distruggere i muri”. Martinov descrive le libertà diventate possibili in Russia grazie a Gorbaciov e di come “la catastrofe russa del 2022 sia diventata possibile dopo trent’anni di smantellamento dell’eredità di Gorbaciov”. E conclude: “Le nostre generazioni sono state fortunate: abbiamo vissuto in un Paese libero, ereditato da Gorbaciov. Si poteva non indossare la divisa, non camminare in batteria, ragionare con la propria testa. Questo non ci può essere tolto né con la violenza né con la legislazione della Federazione Russa. Siamo gli eredi di Gorbaciov e siamo i suoi debitori. Se la Russia esisterà dopo i militaristi, dipenderà dal fatto di aver imparato le lezioni di Gorbaciov”.