“Dal punto di vista della fede, Dio oggi ci chiama, più che mai, ad essere amministratori premurosi della creazione, a proteggere e nutrire il nostro pianeta e le sue risorse, a non sprecarle egoisticamente o sfruttarle e distruggerle in modo spietato o eccessivo”: queste le parole dell’arcivescovo di Armagh (Irlanda), Eamon Martin, in una celebrazione in vista del Tempo del creato (1 settembre – 4 ottobre). Occorre accogliere la sfida “ad essere umili davanti alla meraviglia della creazione di Dio, ad accettare che abbiamo bisogno di uno stile di vita più equilibrato e meno dispendioso, che abbiamo bisogno di vivere più semplicemente, perché gli altri possano semplicemente vivere”, ha continuato l’arcivescovo. Facendo riferimento a parole di Papa Francesco, mons. Martin ha affermato: “purtroppo in questi tempi, il coro cosmico sembra stonato”; la “dissonanza e la mancanza di armonia” si sentono soprattutto “nel grido dei poveri nelle parti del mondo più colpite dagli effetti dei cambiamenti climatici”. E sebbene gli sforzi globali continueranno con la Cop27 in Egitto a novembre e la Cop15 in Canada a dicembre, secondo mons. Martin “non possiamo semplicemente lasciare che siano i governi a risolvere questi immensi problemi”: con umiltà ciascuno deve “condividere il peso e la ricerca di soluzioni”. E ha lasciato a ciascuno il compito di rispondere alla domanda: “Come posso cambiare il mio stile di vita? Posso fare qualche sacrificio personale per rispondere al grido della terra e dei poveri?”