“Per un giorno avete lasciato le colline del Molise per venire a Roma a incontrare il Papa. Vi ringrazio di questo! Lo sento come un regalo per me e per la Chiesa”. È il saluto del Papa ai giovani che partecipano al’”Alpha Camp”, guidati da mons. Camillo Cibotti, vescovo di Isernia-Venafro e ricevuti oggi in Sala Clementina. “Siete giovani italiani e di altri Paesi europei”, ha esordito Francesco: “Siete nati in un contesto che si definisce secolarizzato, cioè dove la cultura non è dominata dalla dimensione del sacro, ma dalle realtà del mondo. Tuttavia, nel cuore umano non viene mai meno la sete di infinito, anche dentro di voi, cresciuti con l’informatica, emergono le grandi domande di ogni tempo: da dove veniamo? Che cosa c’è all’origine di tutto? Che senso ha la mia esistenza? E poi, perché c’è tanta sofferenza? Perché colpisce anche i piccoli e gli indifesi?”. “Dio ama molto le domande; in un certo senso, le ama più delle risposte”, ha spiegato il Papa ai ragazzi: “Prima di dare risposte, Gesù insegna a farsi una domanda essenziale: ‘Che cosa cerco?’. Se uno si fa questa domanda, è giovane, anche se ha ottant’anni. E se non se la fa, è vecchio, anche se ne ha venti. Siete d’accordo?”.