Un governo tecnico e nuove elezioni parlamentari, le quarte negli ultimi due anni, in Bulgaria fissate per il 2 ottobre. Lo si apprende dal decreto del presidente della Repubblica Rumen Radev che dopo il voto di sfiducia dell’attuale governo di coalizione di Kiril Petkov ha dovuto sciogliere il Parlamento. Il nuovo primo ministro è Galab Donev, già ministro del lavoro e con un’esperienza nelle politiche sociali. La crisi politica arriva in un momento di debolezza per Sofia dove la crescente inflazione e le incertezze riguardo le forniture di gas naturale nell’inverno prossimo sono all’ordine del giorno nel Paese Ue con il più basso reddito. Visto il curriculum del neo primo ministro l’aiuto alle famiglie per il rincaro della vita dovrebbe essere tra le priorità del nuovo esecutivo. Alcune delle nomine ministeriali come quella del ministro della difesa Dimitar Stoyanov, anch’egli consigliere del presidente Radev per gli affari militari e noto per le sue simpatie nei confronti di Mosca, fanno pensare che il duro corso nei confronti della Russia con una posizione filoucraina netta, e l’espulsione di diplomatici russi avvenuti con il governo Petkov, potrebbe non continuare. L’esecutivo di coalizione di quattro partiti è rimasto al potere solo per sei mesi con promesse di larga lotta contro la corruzione. La caduta è stata causata dal ritiro del movimento populista del noto showman Slavi Trifonov, “C’è un tale popolo”, mentre i voti degli altri parlamentari del movimento del premier Petkov, dei socialisti e della destra unita non sono bastati. Secondo i sondaggi, alle prossime elezioni il 2 ottobre, si prospetta un altro Parlamento frammentato con diminuite possibilità di coalizione per formare una nuova maggioranza e probabilità di far entrare nell’Assemblea partiti di stampo nazionalista e filorusso.