“Il problema nel nostro Paese è che la corruzione, l’irresponsabilità, gli interessi e la miopia politica dei funzionari di tutti gli organi dello Stato hanno corrotto il sistema, ne hanno abusato e creato uno Stato che non funziona, incapace di assolvere al suo compito di fare il bene comune”. È il durissimo atto d’accusa della Conferenza episcopale del Guatemala (Ceg) in un messaggio – firmato da mons. Gonzalo de Villa y Vásquez, arcivescovo di Città del Guatemala e presidente della Conferenza episcopale (Ceg), e mons. Antonio Calderón Cruz, vescovo di Jutiapa e segretario generale – presentato ieri nel corso di una conferenza stampa.
“In Guatemala le cose vanno male e per molti versi continuano a peggiorare. Il funzionamento dello Stato e della democrazia dipende dall’oggettività dell’ordinamento costituzionale e degli organi in cui si esprime, nonché dalle leggi subordinate e ordinarie che ne regolano il funzionamento e quello della società. Lo Stato adempirà alle sue funzioni solo se gli attori che gli danno vita hanno un senso etico e morale”, infatti, “possono pervertire il sistema legale o, invece, colmare le sue lacune e carenze con la loro rettitudine morale”, si legge nella nota.
I vescovi toccano vari temi, dalla giustizia alle politiche sociali, dalle migrazioni al contesto internazionale, e aggiungono di non vedere ancora “grandi risultati nella lotta alla malnutrizione infantile, mentre i tassi di violenza restano alti e non sono state promosse politiche reali ed efficaci a favore della popolazione indigena, ma nemmeno a favore della trasparenza applicativa della giustizia, soprattutto per le persone a basso reddito, che subiscono anche le conseguenze dell’alto costo della vita, prodotto anche delle condizioni economiche globali”.
La Ceg fa appello ai cittadini credenti, che appartengano o meno a un’organizzazione politica dello Stato, di “esercitare la loro azione nella sfera pubblica con senso morale ed etico” e di realizzare attività o manifestazioni civiche per promuovere la partecipazione dei cittadini, la consapevolezza politica e l’elezione di candidati idonei.
“Invitiamo i guatemaltechi a non perdere la speranza di costruire la pace nel nostro Paese”, conclude la nota.