“Solo una comunità sempre più unita nella solidarietà e nella giustizia potrà assicurare che il nostro Paese sia finalmente libero dalle mafie”. Lo ha scritto il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, nel messaggio inviato ai partecipanti alla manifestazione “Costruttori di memoria”, organizzata da Agesci in occasione del 30° anniversario delle stragi di Capaci e di via D’Amelio.
Quelle dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono “due figure straordinarie – osserva la terza carica dello Stato – che hanno combattuto la mafia in prima linea, con abnegazione, competenza e senza riserve, contribuendo in maniera determinante ad imprimere una svolta nelle attività di contrasto all’organizzazione criminale”. Per Fico, “la mafia va analizzata in tutte le sue ramificazioni e attaccata, stanata e perseguita con tutti gli strumenti forniti dall’ordinamento. Questo è l’insegnamento più importante che i due giudici ci hanno trasmesso. Un insegnamento tanto più prezioso oggi che la mafia uccide di meno, ma ha notevolmente ampliato la sua dimensione economica e relazionale, la sua capacità corruttiva e intimidatoria”. “L’impegno per contrastarla – ammonisce il presidente della Camera – richiede dunque oggi ancor di più il contributo delle migliori energie del Paese: di forze dell’ordine efficienti e di brillanti magistrati, ma anche di legislatori lungimiranti e di onesti amministratori, così come di cittadini responsabili, associazioni e giovani fortemente motivati”. “Ciascuno – prosegue – deve poter concorrere a plasmare una coscienza civile che, nelle grandi come nelle piccole scelte del quotidiano, rinneghi il fenomeno mafioso nella sua interezza e, ciò che più conta, dimostri come la forza morale di chi ha combattuto la mafia, anche a costo della propria vita, non è andata perduta ma si è ramificata nella società, rendendola più forte, più critica e consapevole”. Secondo Fico, “iniziative come quella odierna sono il modo migliore per rendere omaggio a uomini come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Esse infatti incarnano un dovere della memoria che non è meramente cerimoniale o fine a sé stesso, ma che richiama sempre ad una salda responsabilità civile, ispirata ai principi della Carta costituzionale”.