Colombia: in un articolo di “El Espectador” nuovi elementi sulla morte di Mario Paciolla. Palazzotto (Commissione Regeni), “autorità italiane facciano pressione per verità”

Nuovi elementi sulla morte del cooperante Onu Mario Paciolla in Colombia. L’articolo della giornalista Claudia Julieta Duque, uscito ieri su “El Especdador”, pone ulteriori tasselli per rafforzare il legame, fin da subito ipotizzato anche dal Sir, tra la denuncia di un bombardamento dell’esercito colombiano su un gruppo di minori mentre veniva colpito un accampamento della dissidenza Farc, rispetto alla quale Paciolla avrebbe avuto un ruolo, e le successive vicende. Claudia Duque porta elementi che fanno risalire ad ambienti della missione Onu la denuncia destinata a giungere al senatore di opposizione Roy Barreras, che la fece deflagrare fino alle dimissioni dell’allora ministro della Difesa Guillermo Botero. L’articolo di “El Espectador” giunge a ipotizzare, in tale contesto, l’esistenza di due anime all’interno della missione Onu, una più incline alla denuncia, che faceva riferimento all’allora capo missione Raúl Rosende (che avrebbe avuto un ruolo chiave nel far giungere al senatore Barreras la denuncia del bombardamento sui minori sul quale Paciolla aveva relazionato) e un’altra al dialogo con il Governo e l’Esercito colombiano, incarnata dal successore di Rosende, Carlos Ruiz Massieu.La giornalista fa notare che, dal marzo scorso, Massieu è stato nuovamente affiancato da Rosende, per scelta dell’Onu, probabilmente nell’ottica di accompagnare l’attuale transizione politica nel Paese.
Sulla vicenda di registra anche il commento, al Sir, del deputato Erasmo Palazzotto, presidente della Commissione d’inchiesta sul caso Regeni: “Ho mandato un video alla famiglia di Mario Paciolla per testimoniare l’impegno istituzionale mio e di altri deputati, per ottenere verità e giustizia per la morte di Mario, a due anni dalla sua scomparsa ma anche per far conoscere la storia di centinaia di italiani, di giovani, che continuano a spendere la loro vita per un mondo migliore. È quindi interesse di questo Paese proteggerli, perché la morte di ognuno di loro è la morte di un pezzo del nostro Paese. Credo che l’Italia abbia il dovere con ogni mezzo di esercitare ogni tipo di pressione diplomatica nei confronti delle autorità colombiane, delle Nazioni Unite perché venga fatta luce su ogni punto oscuro, di questa morte e perché si assicurino alla giustizia i responsabili. Ne va della dignità del nostro Paese, è una questione che riguarda ognuno di noi per ottenere giustizia e verità per Mario”.

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