“L’Università ha bisogno di lei. Per questo vogliamo farle avere un rinnovato messaggio di stima e allo stesso tempo una richiesta di aiuto: la formazione, la ricerca e soprattutto le giovani studentesse e i giovani studenti del nostro Paese hanno bisogno di esempi da seguire e di riferimenti da ricordare”. Così Ferruccio Resta, presidente della Conferenza dei rettori delle Università italiane, in una lettera inviata al presidente del Consiglio dei ministri, Mario Draghi. “In questi giorni – osserva Resta – sono diversi gli appelli affinché lei possa rimanere in carica. Tanti i gesti di stima da parte dei leader di tutto il mondo e i messaggi per mano dei rappresentanti delle istituzioni e delle imprese. Temo però che, in questo coro, quasi del tutto unanime, la voce più debole sia quella delle tante ragazze e dei tanti ragazzi che, dalle aule universitarie, vivono questa ennesima vicenda con rassegnazione”. “Non li sentirà, probabilmente non li vedrà scendere in piazza”, prosegue il presidente della Crui: “Non perché non abbiano un’opinione a riguardo, ma perché ipotizzo non abbiano né la voglia né l’interesse di assecondare i giochi della politica. Ne hanno viste tante negli ultimi anni”. “Con la pandemia – aggiunte Resta – hanno vissuto momenti di grande incertezza. A loro dobbiamo restituire la fiducia nel futuro. Fornire modelli positivi. Garantire stabilità e una mano ferma alla guida di un’Italia stanca delle logiche di partito, provata dalla crisi economica, intrappolata in un eterno presente che la rende del tutto incapace di guardare al bene delle prossime generazioni”. “Perché – ammonisce Resta – è di questo che stiamo parlando: è il momento della responsabilità, del giudizio, della coerenza, della fatica e dell’onestà. Valori che siamo sicuri siano al centro delle sue riflessioni”.
Il presidente della Crui ricorda poi che “grazie ai fondi del Next Generation Eu stiamo mettendo in sicurezza un bene prezioso, quello della conoscenza. Stiamo lavorando per aumentare il diritto allo studio, per rimettere in ordine i percorsi di carriera accademica, per ridurre il divario di genere e quello geografico e sociale, per impegnare la ricerca verso le grandi sfide tecnologiche e ambientali, per renderla più permeabile e vicina ai bisogni di innovazione delle imprese e della società… in breve, per restituire all’Università quel ruolo che le spetta di diritto all’interno di un Paese moderno e civile, quello di essere uno straordinario ascensore sociale, indispensabile per uno sviluppo sostenibile e inclusivo”. “È un momento positivo, di grande slancio. Non permettiamo ai venti della politica di cambiarne la rotta. Una barca senza timone va alla deriva”, conclude Resta.