“In quanto religiosi, voi siete chiamati a evangelizzare, oltre che sul piano personale, come ogni battezzato, anche in forma comunitaria, con la vita fraterna”. Lo ha detto Papa Francesco, questa mattina, nel Palazzo apostolico vaticano, ricevendo in udienza i partecipanti ai Capitoli generali dell’Ordine della Madre di Dio, dell’Ordine Basiliano di San Giosafat e della Congregazione della Missione. “Sappiamo bene, anche per esperienza, quanto ciò sia impegnativo – ha osservato il Pontefice -: è la grande sfida della vita comune, inconcepibile per la mentalità del mondo, ma, proprio per questo, segno del Regno di Dio. Essa richiede un atteggiamento quotidiano di conversione, richiede disponibilità a mettersi in discussione, vigilanza sulle rigidità come pure su una tolleranza eccessiva e ‘di comodo’”.
La consapevolezza espressa da Francesco è che ciò “richiede umiltà e semplicità di cuore, che non dobbiamo mai cessare di domandare a Dio, perché vengono da Lui”. “Per noi infatti, che, a differenza della nostra Santa Madre, abbiamo il peccato originale, l’umiltà e la semplicità del cuore non sono doni ‘naturali’, ma opera in noi della Grazia divina, sempre da accogliere, sempre da rinnovare nel cammino della vita e nei diversi contesti relazionali”. Quella auspicata dal Papa non è “una cosa sdolcinata, non una concordia di facciata, non un’omogeneità appiattita sulla personalità del superiore o di qualche leader”, ma “una fraternità libera, con il gusto delle diversità e nella ricerca di un’armonia sempre più evangelica”. Nelle parole del Papa vi è pure il seme della gioia, che nasce così: “Come in un’orchestra con tanti strumenti, dove l’essenziale non è la bravura dei solisti, ma la capacità di ciascuno di ascoltare tutti gli altri per creare la migliore armonia possibile”.
Infine, Francesco ha ribadito che “una delle cose che uccide la gioia comunitaria è il chiacchiericcio”. “Per favore, niente chiacchiericcio, niente! Se tu hai qualcosa contro un altro, va’ e dillo in faccia. O dillo a chi può mettere rimedio, ma non dirlo di nascosto. Il chiacchiericcio distrugge, non solo la comunità, distrugge me stesso. Il chiacchiericcio non è da uomini, il chiacchiericcio rende le persone superficiali, che vanno portando le cose da una parte all’altra e così vivono. Per favore, custodite la lingua! So che non è facile in una Congregazione religiosa evitare il chiacchiericcio. Una volta mi hanno detto che c’è una buona medicina per questo: mordersi la lingua in tempo. Sì, si gonfierà un po’, ma almeno… Per favore, vi chiedo: niente chiacchiericcio. Questo ammazza, questo distrugge”.