Missionario liberato in Nigeria: la ricostruzione dei fatti dell’arcidiocesi di Benin City, “dopo le botte è svenuto, i rapitori hanno pensato fosse morto”

Padre Luigi Brena (foto SIR)

“Padre Luigi Brena stava guardando la partita di calcio dei ragazzi del villaggio intorno alle 17 davanti alla Comunità Somasca. All’improvviso alcuni pastori sospetti hanno lanciato un assalto sparando colpi. I ragazzi che giocavano a calcio sono fuggiti impauriti e padre Luigi è stato catturato prima che potesse ripararsi nel suo appartamento. Lo hanno picchiato, hanno usato il machete sulla sua testa e sul suo corpo e trascinato via. Dopo circa mezz’ora di camminata intensa hanno ricominciato a picchiarlo perché stava resistendo, fino al punto di svenire. Lo hanno lasciato lì pensando che fosse morto”: questa è la ricostruzione dei fatti secondo padre Michael Oyanoafoh, cancelliere dell’arcidiocesi di Benin city, in Nigeria, riguardo al tentativo di rapimento di domenica scorsa di padre Luigi Brena, missionario dei Padri Somaschi (Chierici regolari somaschi) a Ogunwenyi nello Stato di Edo nel sud della Nigeria. “Quando ha ripreso conoscenza – prosegue la nota dell’arcidiocesi giunta al Sir – è tornato a casa in una pozza di sangue”. Gli altri religiosi della comunità che si erano nascosti lo hanno portato subito all’ospedale di Igbinedion Teaching, a Okada e successivamente in un altro ospedale. “Ringraziamo Dio perché sta rispondendo alle cure – conclude –. Preghiamo Dio perché gli garantisca una rapida guarigione”.

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