“Constatiamo con preoccupazione la diffusa convinzione nel Paese che rallentare la transizione energetica per tornare all’uso massivo dei combustibili fossili, in particolare del carbone, sia l’unica risposta possibile all’aumento delle bollette”. È la presidenza nazionale dell’Azione Cattolica italiana che oggi ha preso posizione sulla situazione italiana. È invece proprio questo il tempo per “chiudere definitivamente con il carbone e proseguire con una riduzione sistematica tanto dell’offerta quanto della domanda di petrolio”, a vantaggio di un “rapido aumento delle energie rinnovabili” e un “contestuale risparmio energetico”. Lo prevede anche il Pnrr e quindi Italia ed Europa hanno la responsabilità “di sostenere una capillare opera di efficientamento energetico, di incentivi alle energie rinnovabili e di potenziamento dei trasporti pubblici puliti.” Le dichiarazioni sono state espresse nel giorno in cui l’Azione Cattolica, insieme ad altre 34 istituzioni religiose di sette Paesi, ha annunciato il disinvestimento dalle società di combustibili fossili, nel contesto di una campagna promossa da una serie di istituzioni cristiane, tra cui il Movimento Laudato si’. Alla vigilia del voto del Parlamento europeo sul fatto se gas e nucleare siano da considerarsi investimenti sostenibili o meno (tassonomia verde), proprio il Movimento ha chiesto agli eurodeputati italiani di “sostenere la mozione che rimuove gas e nucleare dalla tassonomia europea” e così sostenere “il ruolo strategico esercitato dalle piccole e medie imprese italiane nella transizione affinché non siano esse, con i loro lavoratori e famiglie, a pagare i costi sociali di questo cambiamento ma siano favoriti gli investimenti a loro sostegno”.