Diocesi: mons. Moraglia (Venezia), “siamo solamente strumenti nelle mani di Dio”

“Il Vangelo – la persona stessa di Gesù – è un dono che vive oggi nelle comunità dei credenti attraverso i membri che costituiscono le comunità e, in modo specifico, grazie a coloro che sono chiamati a servire guidando i fratelli”. Queste le parole del patriarca di Venezia, mons. Francesco Moraglia, nell’omelia pronunciata in occasione della messa per l’ordinazione presbiterale di don Bogumil Wasiewicz, di nuovo celebrata nella basilica cattedrale dopo i due anni di pandemia. “Carissimo Bogumil, le promesse sacerdotali che tra poco assumerai di fronte a Dio, alla comunità, e a te stesso, chiamano in causa la tua libertà, la tua persona. Tu vieni ordinato presbitero perché la Chiesa lo chiede – lo abbiamo sentito poco fa – e così tu, oggi, inizi un nuovo cammino”. Ha proseguito il patriarca di Venezia ricordando che obbedienza e celibato sono impegni sacerdotali da assumere per sempre, con le promesse sacerdotali custodi e condottiere nel servizio alla Chiesa ed al popolo di Dio. “Presiedere l’Eucaristia, per un presbitero, vuol dire essere anche e sempre espressione del sacrificio eucaristico”, ha aggiunto mons. Moraglia sottolineando come non si possano servire contemporaneamente Dio e la ricchezza e si corre ogni momento il rischio di avvertire il peso della propria inadeguatezza, ma quello che conta veramente è il fidarsi e l’affidarsi a Dio. “Ciò che conta è il rapporto personale con Dio. Se si rimane sempre uniti a Lui, il Suo amore sostiene, converte, cambia e allarga il cuore del discepolo e del presbitero. L’amore di Dio ci cambia (converte) rispetto a quello che rimane, in noi, dell’uomo ‘vecchio’. Noi siamo solamente strumenti nelle mani di Dio, strumenti, però, consapevoli dei doni di Dio e memori delle parole di Gesù: ‘…senza di me non potete far nulla’ (Gv 15,5). Strumenti liberi nelle mani del Signore”, ha osservato il patriarca di Venezia che ha invitato don Bogumil ad avere come riferimento del suo ministero anche le belle figure di santi in Polonia, che “hanno saputo esprimere – in tempi spesso difficili per la Chiesa – una straordinaria fedeltà ed insieme la capacità di toccare il cuore delle persone, chiamandole a conversione e rendendo trasparente, con la loro spiritualità e il loro profilo personale (e morale), quell’efficacia che è sempre intrinseca nel sacramento ricevuto ma che ha bisogno di un contributo personale ed originale da parte del singolo presbitero con la sua santità e il suo particolare zelo nell’annuncio del Vangelo”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori