Mentre i capolavori pratesi di Donatello sono a Firenze e poi voleranno a Berlino e Londra, il Museo dell’Opera del Duomo di Prato non rimarrà sguarnito. Grazie ad un accordo tra i Musei diocesani e le Università di Firenze e Pavia due formelle del pulpito della cattedrale di Santo Stefano sono state riprodotte in 3D. Non solo, queste copie perfettamente identiche alle originali, potranno essere toccate dai visitatori e apprezzate in tutta la loro bellezza.
Questo allestimento temporaneo – che durerà fino a giugno 2023, quando terminerà la mostra itinerante “Donatello, il Rinascimento” – è frutto di una intensa attività di ricerca, durata quasi un anno, diretta dal professor Stefano Bertocci dell’Università di Firenze, coadiuvato dall’architetto Marco Ricciarini dell’Università di Firenze e dalla professoressa Francesca Picchio dell’Università di Pavia. Nel progetto è stato coinvolto un gruppo di lavoro formato da dottorandi, giovani ricercatori e studenti delle due Università. Oltre alla riproduzione 3D delle due formelle, adagiate su un supporto per poter essere toccate con facilità, in particolare dai bambini, ma soprattutto dalle persone non vedenti, nella sala del pulpito ci sono pannelli illustrativi e materiale multimediale dedicato alla ricerca effettuata. Inoltre, scansionando un Qr code leggibile sul percorso espositivo, è possibile fare una visita virtuale sul proprio smartphone.
L’ottimo risultato ottenuto ha aperto la strada a una idea che il direttore Claudio Cerretelli accarezzava da tempo: riprodurre l’antico paliotto della Cappella Sacro Cingolo del duomo rubato nel 1980 e mai più ritrovato. Il progetto è stato realizzato grazie al contributo decisivo della Fondazione Cassa di risparmio di Prato. Il nuovo allestimento viene presentato al pubblico e inaugurato domani, sabato 11 giugno, alle 16.30 con ingresso gratuito al museo.