“Un’occasione per rivisitare il passato, per ricordare, non come nostalgia, ma per percepire l’audacia e la parola di speranza di una Chiesa che cercava davvero di capire dov’era e si chiedeva come portare il Vangelo nelle realtà di allora”. Così dom Leonardo Steiner, vescovo di Manaus e vicepresidente della Conferenza ecclesiale dell’Amazzonia, che sarà creato cardinale in agosto, ha definito ieri, nel corso della conferenza stampa conclusiva, il quarto Incontro della Chiesa dell’Amazzonia legale, svoltosi a Santarém (Pará, Brasile), la stessa città che ospitò il primo incontro, cinquant’anni fa.
L’arcivescovo ha sottolineato la modalità sinodale dell’incontro, con la presenza di tutte le vocazioni ei ministeri, riconoscendo però che la presenza dei popoli indigeni avrebbe dovuto essere più significativa.
In relazione al Documento finale, esso “pensa al futuro della nostra Chiesa”. Dom Steiner riconosce che “molte delle azioni proposte richiederanno tempo, ma è un testo positivo e di speranza”. Ha anche sottolineato l’importanza del messaggio di Papa Francesco, che ha contribuito a costruire “un documento che dia più incoraggiamento, più valore”.
Secondo suor María Inés Vieira Ribeiro, presidente della Conferenza dei religiosi del Brasile (Crb), “la Chiesa dell’Amazzonia, attraverso questo incontro, si proietta alla Chiesa universale. A maggior ragione di fronte alla richiesta di Papa Francesco di assumere questa evangelizzazione, inserita, incarnata, in mezzo ai più poveri”.
La conferenza stampa è stata anche l’occasione per fare il punto sulla campagna “Io voto per l’Amazzonia”, in vista delle elezioni brasiliane. L’arcivescovo di Manaus ha sottolineato che si tratta “di un tentativo di mostrare l’importanza del voto, della partecipazione, del pensare alla nostra Amazzonia”. Ha insistito sull’importanza di votare per deputati e senatori federali e statali, poiché sono loro a fare le leggi, sottolineando l’importanza della politica come cura del bene comune, per l’Amazzonia. Perciò, si tratta di votare “chi pensa alla custodia e alle coltivazioni, chi rappresenta l’Amazzonia e non i gruppi di potere”.