Dalla fine di giugno 2021 – prima operazione di evacuazione dall’Afghanistan dei collaboratori afghani dell’esercito italiano – sono stati accolti nel sistema Sprar-Sai della rete dei Comuni 1.907 cittadini afghani. È quanto emerge dalle anticipazioni del Rapporto Sai 2022 presentato oggi a Roma nella sede dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani). Il 55% degli afghani sono uomini, il 45 % donne. Il 33% ha una età tra i 25 e i 40 anni, il 37% sono minori tra 0 e 17 anni, il 6% è di età superiore a 50 anni. La Calabria è la regione con il più alto numero di accolti (15%), seguita da Campania (13%), Puglia e Lombardia (rispettivamente 10%). Successivamente all’accelerazione nell’agosto 2021 delle evacuazioni umanitarie dall’Afghanistan, nell’ambito delle cosiddette “Operazioni Aquila”, il 12 ottobre 2021 il ministero dell’Interno ha pubblicato un avviso per l’ampliamento del Sai, al fine di potenziarne la capacità ricettiva in favore di cittadini afghani. Tra dicembre 2021 e gennaio 2022 tre differenti decreti ministeriali hanno complessivamente finanziato 3.470 posti per nuclei familiari in 196 progetti Sai. Tra i cittadini afghani il livello di scolarizzazione e di professionalità è più elevato della media riscontrata nell’ambito della popolazione accolta nel Sai. Tra le quasi cinquanta candidature per le borse di studio riservate a titolari di protezione internazionale dalla Università di Trento, circa la metà proviene da cittadini e cittadine afghane.