Pace: mons. Ricchiuti (Pax Christi), “travolti da economia sempre più armata. Le spese militari sono uno schiaffo ai poveri”

“Siamo travolti sia a livello nazionale che a livello mondiale da un’economia sempre più armata. Dove i poveri diventano sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi”. Lo scrive mons. Giovanni Ricchiuti, vescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti e presidente di Pax Christi Italia, in un articolo su “Vita pastorale” di giugno. Il presidente di Pax Christi Italia ricorda che nel 2021 la spesa militare nel mondo ha raggiunto la cifra di 2.113 miliardi di dollari, mentre in Italia il Parlamento ha aumentato le spese per la difesa fino al 2% del Pil. “Che vuol dire – osserva – passare dagli attuali 68 milioni di euro al giorno a circa 104 milioni di euro al giorno: 36 miliardi annui! E tutto sullo scenario orrendo della guerra in Ucraina, che diventa quasi occasione di stimolo a investire ancor di più in armi. Altro che pace!”. “Forse vogliamo andare verso la Terza guerra mondiale? Anche con le bombe atomiche, presenti sul territorio italiano a Ghedi e Aviano?”, si chiede. “Non ci vuole grande intelligenza per capire che tutti questi soldi investiti per le armi vengono inevitabilmente sottratti ad altre esigenze fondamentali per la comunità: sanità, scuola, lavoro, ambiente ecc. – afferma -. Ora addirittura abbiamo sentito la proposta di togliere l’Iva alle armi”. Purtroppo, prosegue, “i politici sanno ‘girare bene la frittata’ e arrivano anche a dire – come il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè (un anno fa circa, a proposito degli aerei caccia F-35 dal costo di circa 150 milioni di euro l’uno): ‘Gli F-35 possono anche essere sistemi di difesa e utilizzati a scopi civili’. Come si può dire questo? Giustificare una spesa così folle mascherata con improbabili e impossibili usi civili?”. Mons. Ricchiuti invita ad aderire alla campagna banchearmate.org, per chiedere alla propria banca se è coinvolta nel traffico di armi. “E, in caso affermativo, arrivare anche a chiudere il proprio conto presso quell’istituto bancario”.

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