Tre gli assi sui quali va articolata, secondo il rapporto promosso dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia), “la lotta alla dispersione: contrasto dei fattori che causano povertà educativa, insuccesso e abbandono precoce; prevenzione; promozione dei fattori che contribuiscono alla riuscita scolastica”. Ad esempio, l’attenzione dei genitori nel seguire i figli nel percorso d’istruzione o il prolungamento dell’orario accompagnato dall’ampliamento dell’offerta formativa. “E bisogna sottolineare che la riuscita scolastica contribuisce a realizzare la giustizia sociale”, evidenzia la garante Carla Garlatti.
“È necessario inoltre promuovere la piena partecipazione dei genitori nei servizi 0-6 e nella scuola”, sottolinea Garlatti. “Ogni genitore va messo in condizione di partecipare all’esperienza scolastica dei figli”. Come? Prevedendo colloqui “personalizzati” almeno prima dell’inizio dell’anno scolastico, a metà e fine anno e istituendo riunioni di sezione e di classe partecipative, così da costruire reti sociali tra le famiglie. E ancora: incontri di gruppo conviviali, anche tramite l’esperienza delle “classi aperte”. Per i nuovi genitori servirebbero colloqui informativi e andrebbe messo a punto con ogni famiglia un patto educativo di corresponsabilità co-costruito e personalizzato. Suggerita l’apertura di parent’s room in ogni scuola e la formulazione di progetti di intervento ad hoc per ciascuna famiglia in difficoltà.
“Occorre inoltre investire su un forte rinnovamento della didattica e degli stili di insegnamento, sull’aumento del numero delle scuole a tempo pieno, sulla promozione di ambienti informali di apprendimento e aggregazione. Bisogna poi assicurare il raggiungimento dell’obbligo scolastico per alunni particolarmente svantaggiati come rom, sinti e caminanti – per offrire loro un’opportunità di uscire da un contesto sociale marginale – minori stranieri non accompagnati e studenti con più di 16 anni che non abbiano conseguito il diploma di scuola secondaria di primo grado”.
L’Autorità raccomanda anche di investire sul sistema integrato dei servizi educativi e socio-educativi 0-6, di potenziare l’orientamento scolastico e professionale fin dal primo ciclo di istruzione, di istituire, nell’ambito del sistema pubblico, un servizio di psicologia scolastica. E inoltre, di intervenire sulle competenze di base della popolazione adulta per creare le condizioni familiari necessarie a contrastare la dispersione, di attivare e diffondere in modo capillare i Patti educativi di comunità, di semplificare, per tutti i gradi di istruzione, le procedure di accesso e le modalità di rendicontazione dei progetti a finanziamento pubblico.
L’Autorità garante infine raccomanda di assicurare una governance integrata capace di dare piena attuazione alla strategia nazionale di prevenzione e contrasto alla dispersione, attraverso la costituzione di un organismo nazionale di coordinamento che coinvolga tutti i principali attori istituzionali interessati e che abbia il compito di redigere un rapporto annuale sullo stato della dispersione in Italia.