“Siamo grati al Santo Padre che ci permette, in tutto il mondo, di condividere questo cammino verso la pace. La pace è dono di Dio che dobbiamo implorare insieme e in ogni momento. E sulla via della pace, la preghiera ha un posto privilegiato”. Così mons. Bohdan Dzyurakh, esarca apostolico dei cattolici ucraini di rito bizantino di Germania e Scandinavia, commenta l’iniziativa di preghiera fortemente voluta da Papa Francesco oggi, 31 maggio. Francesco guiderà la recita del Rosario dalla Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, in video collegamento con alcuni Santuari del mondo, tra cui quello della Madre di Dio in Ucraina, la Cattedrale di Nostra Signora della Salvezza in Iraq e la Cattedrale Nostra Signora della Pace in Siria. “Siamo anche grati al Papa – prosegue l’esarca – per aver rivolto il suo sguardo al popolo ucraino che sta sanguinando sotto l’aggressione russa più da tre mesi e da più di 8 anni di guerra ibrida scoppiata nel 2014. Questo mostra una volta ancora di più la preoccupazione paterna del Santo Padre per il destino del popolo ucraino. Ma siamo anche noi ucraini consapevoli che il nostro dolore non è purtroppo unico nel mondo e il Papa, avendo lo sguardo universale sulla Chiesa e sul mondo, vuole anche coinvolgere tutti i cattolici a pregare per la pace in diverse parti del mondo affinché il dolore si fermi e Dio dia ad ogni popolo, ad ogni Nazione sollievo e pace”.
Questa guerra in Ucraina sta mostrando volti di atrocità infinita. L’ultima immagine è quella dei cadaveri ammassati tra le casse di un supermercato di Serverodonetsk. Ci sarà una fine all’orrore?
Sicuramente queste immagini toccano il cuore e risvegliano le coscienze. Sono una prova del genocidio contro il popolo ucraino che stanno apertamente compiendo Putin e il suo regime. Per questo chiediamo di nuovo unità e coerenza alla comunità internazionale. Ci rivolgiamo soprattutto a quelli che hanno la responsabilità e il potere per ristabilire la pace nel mondo affinché facciano passi adeguati e coerenti per fermare questa strage degli innocenti. Non si può sopportare e vedere queste immagini. Se restiamo indifferenti e non facciamo tutto il possibile, allora diventiamo complici di questi crimini.
Come si può costruire la pace se i negoziati non riescono ad avanzare?
Il dialogo è il più importante mezzo per il ristabilimento della pace. Ma il dialogo è dia-logos, significa che le due parti devono essere disponibili a mettersi in relazione. Se uno dei due non vuole la pace, il percorso è impossibile. E purtroppo più volte Putin e il suo regime hanno dimostrato di non volere la pace ma la guerra. Allora si devono cercare altri mezzi per fermare questa guerra altrimenti il dittatore non si fermerà. Non tocca comunque a noi religiosi prendere iniziative in campo politico e indicare soluzioni. Perché spetta alla responsabilità dei Capi degli Stati. Quello che possiamo fare è pregare. Pregare per quelli che hanno il cuore indurito affinché si aprano al dialogo per la pace e pregare per quelli che stanno cercando tutti i mezzi più adeguati per fermare questa strage e ristabilire una pace giusta sul territorio ucraino.
Perché Maria, perché il Rosario?
Perché Maria è Regina della Pace. Nelle apparizioni di Fatima, la Theotokos ha chiesto di pregare per la conversione specialmente della Russia perché non sia sorgente di sofferenza nel mondo. Mi sembra che fino ad oggi non siamo stati abbastanza decisi ad accogliere il messaggio di Maria a Fatima. Rimane attuale. Facciamo, oggi, questo sforzo spirituale di metterci in ginocchio davanti a Dio per implorare da lui la Misericordia per tutti noi, per quelli che compiono i crimini perché fermino le loro mani e per quelli che soffrono la violenza ingiusta affinché vengano presto i giorni della pace. Lo facciamo insieme al Santo Padre e nella fiducia nella protezione celeste nella Madre di Dio.