Nella sua prima dichiarazione alla stampa da neopresidente della Cei, il card. Matteo Maria Zuppi ha fatto cenno al “momento che stiamo vivendo, sia in Italia, in Europa e nel mondo, sia come Chiesa: due cose strettamente unite”. “La pandemia da Covid 19 – ha proseguito Zuppi – ha rivelato le nostre fragilità e le nostre debolezze, con tutte le domande che ha aperto, le consapevolezze e le dissennatezze che ha provocato”. Alla pandemia, ha ricordato il cardinale, “si è aggiunta la guerra, che con tanta insistenza Papa Francesco aveva indicato e ricordato nella Fratelli tutti, con i temi legati alla guerra – ad esempio il nucleare – e che in queste settimane e in questi mesi terribili sta coinvolgendo tutto il mondo, non facendoci dimenticare i pezzi delle altre guerre, che sono anch’esse guerre mondiali”. E’ in questo contesto, ha spiegato Zuppi, che “si colloca il cammino della Chiesa italiana verso il sinodo generale e sulla sinodalità e che continuerà, per la Chiesa italiana, come cammino sinodale, coinvolgendo tutte le sue componenti pe poi arrivare a delle decisioni”. Un cammino sinodale, ha sottolineato il presidente della Cei, “che continua con l’ascolto: una Chiesa che ascolta, e l’ascolto ferisce. Quando la Chiesa ascolta, fa sua la sofferenza”. Alla comunità ecclesiale, secondo Zuppi, spetta il compito di “capire come essere madre vicina e come incontrare i tanti compagni di strada di questo viaggio”, tramite un’azione di “sostegno, vicinanza e sinodalità”.