“Ogni giornata comincia per me con l’informazione sui morti del giorno. Il nostro futuro sarà senza di loro. Il nostro Paese perde tanto ogni giorno, ma non il nostro ideale di libertà. Le persone lottano e la vittoria ci attende. Saremo un Paese vincitore con un popolo unito da questa vittoria”. Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervenuto oggi alla seconda giornata del summit di Davos, ha risposto a Klaus Schwab che gli domandava quale fosse il suo sogno. Zelensky aveva esordito il suo discorso affermando che siamo a un “tornante nella storia”: “È il momento in cui si decide se è la forza bruta a governare il mondo o meno. Se sarà così, non serviranno altri forum di Davos”. Se così non sarà, bisognerà in ogni caso “cambiare approccio” nel modo in cui ci si prepara e si risponde al “male che una sola persona può fare”, lo stesso sperimentato a Sarajevo nel 1914 o a Monaco nel 1938, ha ricordato Zelensky. Occorre prepararsi a essere più tempestivi e preventivi, ha spiegato il presidente. L’Ucraina ha posto un precedente storico con il suo coraggio, ma se ci fossero state sanzioni preventive, “sanzioni senza precedenti”, questo sarebbe stato sufficientemente convincente. Come “senza precedenti dovrà essere anche l’atteggiamento per punire i colpevoli”. Se nel nuovo ordine mondiale, un Paese invasore “perdesse tutto”, questo sarebbe un deterrente sufficiente a evitare situazioni come quella che sta vivendo l’Ucraina, cosa che non è avvenuta nel 2014. E concludendo il dialogo con i mille presenti nella città svizzera, Zelensky ha affermato: “L’Ucraina ha poco tempo e nessuno sa quanto tempo abbiano l’Europa e il mondo. Il mondo deve restare unito di fronte alla minaccia”.