“Per conoscere gli interlocutori della sua missione e avvicinarsi ad essi, il comunicatore deve fare un cammino ‘in uscita’, cambiando, se necessario, atteggiamenti e mentalità”. La comunicazione “è un esercizio più profondo, che fa uscire dalla propria autoreferenzialità. Superare l’autoreferenzialità per guardare verso un orizzonte più ampio è indispensabile in questo momento di cambiamento d’epoca”. È l’esortazione che Papa Francesco ha rivolto oggi alla rappresentanza di lettori, guidata dal direttore don Stefano Stimamiglio, del settimanale “Famiglia Cristiana”, ricevuta in udienza nel Palazzo apostolico, in occasione del 90° anno dalla nascita della rivista. A proposito della relazione con i lettori, da tenere viva anche con la trasformazione digitale, il Papa ha ricordato che “non si può confondere un mero contatto con un segno di dialogo e di interazione, o un semplice scambio di messaggi con una vera comunicazione”. Il Papa ha paragonato “la rivista cattolica più diffusa d’Italia” dei Paolini ad “una brava nonna, che ne ha viste tante e ha acquistato saggezza”. Ha poi ricordato la linea editoriale principale dei Paolini: “Essere attenti alle relazioni come chiave della pratica comunicativa, e alle ‘reti’ come luoghi di creazione collaborativa di significati e contenuti; protesi a cercare nuove forme di presenza e di azione, legate non tanto ai mezzi ma piuttosto alla cultura e alla nuova grammatica della comunicazione; e a servizio di tutto il popolo di Dio, specialmente agli uomini e alle donne che abitano le odierne periferie. Questa linea è sempre valida, e naturalmente va aggiornata secondo i grandi orientamenti dell’evangelizzazione”. Oggi, ha proseguito, “si aprono davanti a noi specialmente due strade: la strada della fraternità e la strada dell’ecologia integrale. Dobbiamo percorrere queste strade, ma il metodo rimane quello: il dialogo e l’ascolto, che permettono di coltivare le relazioni. A proposito del dialogo, è importante comprendere che esso non è riducibile a uno scambio di dati o di informazioni, e che la relazione con l’altro non è limitabile a una connessione”.