“Non vedere il problema della denatalità è un atteggiamento miope; è rinunciare a vedere lontano, a guardare avanti. È girarsi dall’altra parte, pensando che i problemi siano sempre troppo complessi e che non si possa fare nulla. È, in una parola, arrendersi”. Lo scrive Papa Francesco nel messaggio ai partecipanti alla seconda edizione degli Stati Generali della Natalità, in corso a Roma all’Auditorium della Conciliazione, letto all’apertura dei lavori. Il Pontefice ricorda il titolo dell’evento, organizzato dalla Fondazione per la Natalità e promosso dal Forum delle Famiglie: “Si può fare”. “È il titolo di chi non si rassegna – osserva -. È il titolo di chi spera contro ogni speranza, contro numeri che inesorabilmente peggiorano di anno in anno. Si può fare vuol dire non accettare passivamente che le cose non possano cambiare”. La convinzione del Papa è che “le cose possono cambiare se senza paura, andando oltre gli interessi di parte e gli steccati ideologici, ci si impegna insieme”. Quindi, l’auspicio da parte sua a tutti i livelli – istituzionale, mediatico, culturale, economico e sociale – che “si favoriscano, migliorino e mettano in atto politiche concrete, volte a rilanciare la natalità e la famiglia”. “Penso a voi e mi piace vedere come il tema della natalità sia in grado di unire, non di dividere. Imprese, banche, associazioni, sindacati, sportivi, attori, scrittori, politici, tutti insieme per riflettere su come ricominciare a sperare nella vita”, aggiunge il Pontefice. Ricordando i dati, le previsioni, i numeri, “ormai noti a tutti”, l’invito di Francesco è alla “concretezza”. “È il momento di dare risposte reali alle famiglie e ai giovani: la speranza non può e non deve morire di attesa. Chiedo a Dio di benedire il vostro impegno. Vi sono vicino e faccio il tifo per voi, perché insieme si possa invertire la rotta di questo freddo inverno demografico”.