La guerra in Ucraina ha inferto un nuovo colpo alla capacità dei siriani di nutrirsi proprio mentre il Paese fatica a far fronte a livelli di fame che sono aumentati della metà dal 2019: lo ha affermato oggi l’agenzia Onu World food programme (Wfp), alla vigilia della conferenza annuale dei donatori a Bruxelles. Con anni di conflitto, una grave recessione economica e prezzi alimentari in costante aumento dal 2020, la crisi ucraina sta esacerbando lo scenario già allarmante della sicurezza alimentare in Siria. A marzo, in un solo mese i prezzi dei generi alimentari sono aumentati del 24%, dopo un aumento dell’800% negli ultimi due anni. I prezzi dei generi alimentari sono ora al livello più alto dal 2013. “Dire che la situazione in Siria è allarmante è un eufemismo. La straziante realtà per milioni di famiglie siriane è che non sanno se domani mangeranno”, ha detto David Beasley, direttore esecutivo del Wfp. “La comunità internazionale deve riconoscere che non agire ora porterà inevitabilmente a un futuro catastrofico per i siriani, che meritano il nostro sostegno immediato e incondizionato”. In Siria, più della metà della popolazione, circa 12 milioni di persone, si trovano attualmente a dover fare fronte a una grave insicurezza alimentare. Si tratta del 51% in più rispetto al 2019, mentre ulteriori 1,9 milioni di persone rischiano di scivolare nella fame. I dati del 2021 mostrano che un bambino su otto in Siria soffre di arresto della crescita mentre le madri in gravidanza e in allattamento mostrano livelli record di deperimento acuto. Le risorse del Wfp sono più che mai sotto pressione e i finanziamenti non stanno al passo con i forti bisogni delle persone in tutto il Paese. Nel tempo, il Wfp è stato costretto a ridurre progressivamente le dimensioni della razione alimentare mensile. Le operazioni del Wfp in Siria sono finanziate al 27% fino a ottobre, con un disavanzo di 595 milioni di dollari. “Sono urgentemente necessari ulteriori finanziamenti per continuare ad assistere milioni di persone in tutto il Paese”, conclude il Wfp. Senza nuove contribuzioni “potrebbe essere costretto ad effettuare ulteriori drastici tagli nei prossimi mesi”. Ogni mese il Wfp distribuisce cibo salvavita a 5,6 milioni di persone.