“Nelle nostre strutture abbiamo iniziato ad accogliere i primi transnistriani che fuggono dalla Transnistria. Ci troviamo quindi con gli ucraini che hanno paura e pensano di andare via dalla Moldova e con i transnistriani che hanno lasciato la Transnistria e chiedono l’accoglienza da noi”. A parlare da Chişinău del clima di altissima tensione che si respira in questi giorni in Moldova è mons. Cesare Lodeserto, vicario generale di Chişinău. Ieri – racconta – c’è stato un nuovo tentativo di distruggere le antenne dell’emittente radiotelevisiva in Transnistria. Nella regione separatista, ormai sta diventando sempre più difficile entrare. C’è un clima molto rigido anche di controlli. Hanno collocato numerosi check point, addirittura con fermi e interrogatori”. Non solo a Chişinău ma in tutta l’area, “c’è un clima di timore”. Segnali di allerta arrivano anche dalla Gagauzia, regione autonoma che si trova a sud, al confine con la Romania, dove nell’aprile 2015 è stato eletto alla carica di governatore della Gagauzia un rappresentante delle posizioni autonomiste e filorusse. Qui il governo ha votato una legge contraria a quella del governo moldavo centrale sull’uso della striscia di San Giorno e di altri simboli filo-russi. Inoltre, sempre nei giorni scorsi, il vescovo ortodosso di Balti, il metropolita Marcel, è andato in giro esponendo la striscia di San Giorgio come sfida al governo. Insomma, commenta mons. Lodeserto, “sono tutti segnali di un movimento filorusso sul territorio che comincia a fare rumore e che potrebbe riemergere nei prossimi giorni attraverso una presenza popolare di richiesta di appoggio politico alla Russia”. La partita sembra essere tutta nelle mani di Putin. “Bisogna capire cosa farà Putin”, conferma il sacerdote. “Ma ogni sua mossa getta benzina su una situazione già molto delicata”. Un dato è certo: in tutta questa situazione di guerra, instabilità economica e incertezza politica, “cresce il consenso filo russo nei confronti di Putin”. Come Chiesa e come uomini di fede invochiamo sempre la pace”, assicura il vicario generale della diocesi. “Invitiamo la popolazione ad essere sempre molto prudenti a qualsiasi forma di provocazione da qualsiasi parte possa arrivare. Il nostro atteggiamento deve essere quello di un popolo che sa dialogare con tutti, costruire ponti di pace, come dice continuamente Papa Francesco, e non certamente essere motivo e luogo di divisione. Siamo uomini di fede e rispondiamo al Vangelo del dialogo, dell’incontro, della reciprocità”.