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Ucraina: Consiglio d’Europa lancia allarme traffico esseri umani per chi fugge dalla guerra. Raccomandazioni agli Stati

Casi sospetti di tratta di esseri umani, presunte vittime tra coloro che stanno fuggendo dalla guerra dell’Ucraina hanno allertato l’organismo anti-tratta del Consiglio d’Europa, Greta, che oggi pubblica una nuova nota di orientamento all’attenzione dei governi per poter “rapidamente e senza bisogno di riforme strutturali, fornire assistenza immediata” a chi fugge e per individuare potenziali vittime e trafficanti. Le raccomandazioni di questa Nota, segnala Helga Gayer, presidente di Greta, dovrebbero essere “ampiamente diffuse per raggiungere tutti gli attori in prima linea, siano essi rappresentanti del governo, Ong o volontari che lavorano con i rifugiati”. La prima necessità è garantire l’adeguata registrazione di tutte le persone, anche di chi non ha documenti, facendolo proseguire nei Paesi di transito e di destinazione. In secondo luogo è necessario “aumentare la presenza di agenti delle forze dell’ordine appositamente formati ai valichi di frontiera, alle stazioni ferroviarie e degli autobus”. Tra di loro è opportuno che ci siano donne. Servono inoltre percorsi ufficiali e sicuri per viaggiare, trasporto pubblico gratuito o trasporto finanziato dallo Stato istituito da organizzazioni fidate. Fidate devono essere anche le persone che garantiscono l’assistenza e la protezione, attraverso un sistema di verifica e registrazione.
Diffondere “informazioni chiare sui rischi della tratta”, rafforzare o istituire linee di assistenza 24 ore su 24, 7 giorni su 7 tra le altre misure necessarie. Da intensificare anche i controlli degli ispettori del lavoro nei settori ad alto rischio di sfruttamento lavorativo. Attenzioni e controlli ancora maggiori servono rispetto ai minori non accompagnati o per quelli che viaggiano con adulti non imparentati. Il Greta ricorda che “i rischi della tratta di esseri umani non si limitano alla guerra in Ucraina”, e che queste raccomandazioni vanno applicate nel contesto di ogni conflitto armato e per tutte le persone che necessitano protezione internazionale, a prescindere dalla loro nazionalità”.

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