(Strasburgo) Il Parlamento europeo ha adottato oggi una relazione d’iniziativa legislativa che mira a rivedere le norme delle elezioni europee. Il progetto di atto legislativo è stato approvato con 323 voti a favore, 262 contro e 48 astensioni, mentre la risoluzione politica di accompagnamento con 331 voti favorevoli, 257 contrari e 52 astensioni. “Secondo il sistema proposto dai deputati, ogni elettore avrebbe due voti: il primo per eleggere un deputato nella rispettiva circoscrizione nazionale e il secondo per eleggerne un altro nella circoscrizione paneuropea, composta da 28 seggi supplementari”, specifica una nota. “Per garantire una rappresentanza geografica equilibrata all’interno delle liste, gli Stati membri saranno divisi in tre gruppi a seconda del numero di abitanti. Le liste verranno compilate, in maniera proporzionale, con candidati provenienti da questi tre gruppi”. Le liste paneuropee dovranno essere presentate da entità elettorali europee, quali coalizioni di partiti politici nazionali e/o associazioni nazionali di elettori o partiti politici europei.
“Il Parlamento intende anche contrastare la disuguaglianza di genere, dato che, nonostante un generale miglioramento registrato nelle scorse elezioni, in alcuni Paesi non è stata eletta neanche una donna”. Il testo propone liste chiuse obbligatorie (cioè, con un’alternanza tra candidate e candidati) o un sistema di quote, “senza violare i diritti delle persone non binarie”.
Altre proposte per “europeizzare” le elezioni prevedono: il 9 maggio come data comune per le elezioni europee; il diritto di candidarsi alle elezioni per tutti gli europei a partire dai 18 anni; una soglia elettorale minima obbligatoria del 3,5% per le circoscrizioni con 60 o più seggi; pari accesso alle elezioni per tutti i cittadini, compresi quelli con disabilità, e l’opzione del voto per posta; garantire ai cittadini il diritto di votare per il presidente della Commissione nel quadro del sistema dello Spitzenkandidat mediante le liste paneuropee.
L’iniziativa legislativa del Parlamento dovrà ora essere approvata all’unanimità dal Consiglio Ue. Il testo sarà quindi inviato nuovamente al Parlamento affinché i deputati diano il consenso, prima che debba essere approvato dagli Stati membri secondo i rispettivi requisiti costituzionali. I negoziati con il Consiglio comincerebbero dopo l’adozione delle posizioni nazionali.