“Più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale nazionale (30%) si trova comunque costretto in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione”. È quanto emerge dall’indagine Coldiretti “La guerra nel piatto” sugli effetti del conflitto sulla filiera agroalimentare presentato, a Parma,parma all’apertura del Cibus nello stand della Coldiretti al Padiglione 8-Stand J024-I024 con la presenza del presidente nazionale, Ettore Prandini.
Uno tsunami che si è abbattuto sulle aziende agricole con rincari per gli acquisti di concimi, imballaggi, gasolio, attrezzi e macchinari che stanno mettendo in crisi i bilanci. “Nelle campagne – continua la Coldiretti – si registrano aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi e al +129% per il gasolio, con incrementi dei costi correnti di oltre 15.700 euro in media, ma con punte di oltre 47mila euro per le stalle da latte e picchi fino a 99mila euro per gli allevamenti di polli, secondo lo studio del Crea”. L’impatto dell’impennata dei costi per l’insieme delle aziende agricole, precisa la Coldiretti, “supera i 9 miliardi di euro”.
“In difficoltà è però l’intera filiera che si è trovata a fronteggiare aumenti unilaterali da parte dei fornitori di imballaggi come il vetro, che costa oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno, ma si registra anche un incremento del 15% per il tetra pack, del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica”, secondo l’analisi Coldiretti. Ma “i prezzi degli ordini cambiano – aggiunge Coldiretti – ormai di settimana in settimana, rendendo peraltro impossibile una normale programmazione economica nei costi aziendali”.
Rincarato anche “il trasporto su gomma del 25% al quale si aggiunge – aggiunge la Coldiretti – la preoccupante situazione dei costi di container e noli marittimi, con aumenti che vanno dal 400% al 1.000%”.
“I rincari dell’energia – sottolinea la Coldiretti – hanno dunque un impatto devastante sulla filiera, dal campo alla tavola”.
“Serve responsabilità da parte dell’intera filiera alimentare con accordi tra agricoltura, industria e distribuzione per garantire una più equa ripartizione del valore anche combattendo le pratiche sleali nel rispetto della legge che vieta di acquistare il cibo sotto i costi di produzione”, afferma il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, sottolineando “la necessità di risorse per sostenere il settore in un momento in cui si è aperto uno scenario di accaparramenti, speculazioni e incertezza che deve spingere il Paese a difendere la propria sovranità alimentare”.