Al Convegno missionario nazionale dei seminaristi, organizzato dalla Fondazione Missio e in corso a Bergamo dal 27 al 30 aprile, uno spazio significativo è stato lasciato all’ascolto delle testimonianze dalla missione. Varie voci di fidei donum bergamaschi e non, rientrati dalla missione, hanno risuonato come esempi di dono. Tra questi, mons. Marco Prastaro, oggi vescovo di Asti, che per 13 anni ha vissuto un’esperienza di presbitero inviato in Kenya dalla sua diocesi di Torino. Ha confidato ai seminaristi ciò che gli aveva fatto scegliere di partire per l’ad gentes, ma anche le difficoltà vissute in Africa, soprattutto nei primi mesi di missione.
La popolazione dei Samburu, in mezzo alla quale il fidei donum viveva, era “in una zona meravigliosa da un punto di vista naturalistico. Ero immerso in una realtà con una popolazione accogliente, caratterizzata da una grande bellezza che si sposava però con un grande dolore, un grande mistero”. Dolore per l’estrema povertà della gente, la violenza diffusa, le malattie che non lasciano scampo. “Pregavo e litigavo con Dio ogni giorno – ha ricordato – per il dolore e le ingiustizie che questo popolo subiva”.
Ma mons. Prastaro, nel suo racconto, si è soffermato a lungo su cosa la missione gli ha insegnato in tanti anni: una sorta di bagaglio di fede, di “cassetta degli attrezzi”, a cui attinge sempre, ogni giorno, come vescovo e come uomo. “Ho imparato che la croce va guardata da un’altra prospettiva: di fronte al male e alla violenza, la risposta di Gesù crocifisso è la condivisione. Ho capito che non c’è nessun uomo solo nel soffrire, perché c’è Gesù che lo fa con te”.
La missione insegna a mettersi in discussione. A riconoscere Dio da un altro punto di vista: “Certamente nel fascino della natura, ma anche nelle pieghe oscure del mondo e della storia: a Dio piace anche stare dove non te lo aspetti, dove la gente pecca e ama, dove la gente si perde e si ritrova. Questo accade ovunque nel mondo, ma in Africa ho imparato a riconoscerlo”.
Nella cassetta degli attrezzi dell’attuale vescovo di Asti sono rimasti vari insegnamenti: che il Vangelo ha in sé la forza per cambiare il mondo, per trasformare le sorti della storia dell’umanità; che la missione aiuta a capire chi è veramente Dio, e questa è una grande questione della fede; che è possibile vivere anche al buio del dolore e delle ingiustizie, ma solo avendo scoperto che quel buio è abitato da Dio; che in terra di missione il cristianesimo è una proposta religiosa in mezzo a tante altre: essere minoranza richiede di essere fino in fondo coerenti con ciò che si annuncia.