“Dopo nove mesi dall’inizio dell’attuale Presidenza e quattro ricambi di Governo, l’assenza di leadership e di un orizzonte socio-politico ed economico sono molto preoccupanti e richiedono una soluzione immediata”. Infatti, “la nostra debole democrazia non può più sostenere l’instabilità. È essenziale che sia il potere esecutivo sia il potere legislativo chiamino persone idonee e irreprensibili nelle varie istituzioni dello Stato”. È quanto sostengono i vescovi peruviani, che si sono riuniti mercoledì e ieri in via straordinaria.
Anche se non spetta alla Chiesa intervenire nelle decisioni politiche, la grave crisi che sta attraversando il Paese “obbliga” la Conferenza episcopale a “esortare la classe politica e la società civile a cercare e promuovere un dialogo democratico, trasparente e onesto, con l’obiettivo di raggiungere un autentico consenso. Questo dialogo può svolgersi in spazi già noti, come l’Accordo nazionale, o altre istituzioni equivalenti per una maggiore corresponsabilità”. Perciò, “è necessario mettere da parte posizioni particolari a favore di un bene più grande, in questo caso il nostro amato popolo peruviano, per stabilire un’agenda di priorità che risponda ai bisogni primari della popolazione, soprattutto dei più poveri, e che garantisca la governabilità del Paese. La soluzione raggiunta, nel quadro della Costituzione e dello Stato di diritto, deve condurci a una speranza autentica, senza polarizzazioni, affinché il Perù riprenda la strada dello sviluppo globale e sostenibile, del progresso, per ottenere più occupazione e alimentazione, servizi sanitari e educativi di qualità”. Da qui, l’appello finale: “Signor presidente della Repubblica e signori deputati, assumetevi la responsabilità per la quale siete stati eletti!”.