In occasione della Giornata dei popoli indigeni, ieri il sindaco di Manaus, David Almeida, ha consegnato il primo cimitero indigeno del Brasile ai popoli indigeni di Manaus. Lo spazio si trova nello stesso cimitero diventato famoso in tutto il mondo per aver dato sepoltura, in condizioni di estrema emergenza, alle vittime del Covid-19, nell’aprile 2020 e nei primi mesi del 2021, quando si registravano anche oltre 200 inumazioni ogni giorno.
Lo spazio per i popoli indigeni è stato predisposto grazie al contributo di artisti che hanno realizzato alcuni graffiti. “Il cimitero indigeno – fa notare il Coordinamento dei popoli indigeni di Manaus e dintorni (Copime) – non è solo un luogo di accoglienza dei parenti per ascendenza, ma, soprattutto, la memoria presente dei popoli indigeni. Così come i nostri antenati si sono preoccupati di lasciarci una memoria storica, raccontata attraverso reperti archeologici, oggi abbiamo la possibilità di raccontare alle generazioni future la memoria presente dei popoli che fanno di Manaus il più grande villaggio multietnico del Paese. L’identità di un popolo e di una città è costruita dai suoi ricordi, e questi devono essere curati e rispettati”.
La giornata del 19 aprile è stata celebrata anche nel seminario arcidiocesano San José di Manaus, dove si formano i seminaristi delle 9 diocesi e prelature della Regione Nord 1 della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile (Cnbb), compresi gli indigeni di 8 etnie. Il messaggio, anche durante gli incontri di ieri, è quello di “formare sacerdoti con una coscienza indigena e un volto amazzonico”.