Venerdì Santo a Kiev e Zytomyr: mons. Jazlovetskyi (vescovo ausiliare), “siamo vicini alla sofferenza di Cristo condannato a morte senza colpa”

“Per le persone è molto doloroso. Pensano che quello che stanno vivendo sia una sofferenza ingiusta”.  A parlare è mons. Oleksandr Jazlovetskyi, vescovo ausiliare della diocesi di Kiev-Žytomyr nel giorno in cui, Venerdì Santo, la Chiesa fa memoria della Passione di Gesù. “Questa ingiustizia – spiega – è forse la croce più grande che prende dentro tutte le altre. I russi ci hanno accusato di fascismo, di nazismo, di persecuzione della lingua russa ma qui, anche personalmente, non si capiscono queste accuse. Dicono di essere venuti per difendere la popolazione russa, ma non riusciamo a capirne realmente la motivazione. È questa ingiustizia che fa male. Se almeno capisci e sai quali sono le tue colpe, riesci a darti una ragione rispetto a quello che stai vivendo e puoi anche chiedere scusa. Ma qui siamo molto vicini alla sofferenza di Cristo che è stato condannato a morte senza colpa”. “Ho sentito cadere tante bombe e sono andato anche nei luoghi dove sono cadute”, prosegue il vescovo. “Difficile però dire quali siano i volti delle croci che più mi hanno colpito. Mi vengono in mente i bambini nei rifugi, seduti in attesa che l’allarme finisse. La gente che recita i rosari sotto i bombardamenti. Il pianto delle mamme per le figlie stuprate e uccise. I funerali”. “Non vedo un odio generalizzato”, osserva ancora il vescovo. “Vedo una donna piangere perché sua figlia di soli 16 anni è stata stuprata e uccisa o perché le hanno ammazzato il marito. Vedo quindi più lacrime che odio. Anche quando parlo con i sacerdoti che confessano, quando parlo con i fedeli, loro capiscono che un giorno ci sarà chiesto di perdonare. I russi sono e saranno i nostri vicini ma questo passaggio arriverà e potrà arrivare solo il giorno in cui finirà la guerra”. L’augurio per la Pasqua è “la Resurrezione dell’Ucraina”. “Tanti Paesi – spiega il vescovo – hanno sperimentato la guerra e, quando è finita, non è cambiato niente. Anzi, la guerra spesso ha acuito divisioni e ferite. Chiedo quindi a Gesù Risorto la conversione dei cuori e la Resurrezione dell’Ucraina. Chiedo che il mio Paese possa uscire da questa guerra, più solidale, più credente, più rinnovato”.

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