Domenica delle Palme: mons. Pizzaballa (Gerusalemme), “a chi vuole imporre logiche di possesso, non potrete possedere la Città Santa”

Gerusalemme, Domenica delle Palme (Foto Andrea Krogmann/KNA)

“Oggi affermiamo ancora una volta il nostro amore a questa Città e il nostro desiderio di pace e di unità per essa, il nostro desiderio di fraternità sincera per tutti i suoi abitanti, senza distinzioni. Ma questa nostra città, purtroppo, sulla quale Gesù ha pianto, e che ha tanto amato, continua ad essere ferita da divisioni, da logiche di possesso ed esclusivismi”. Lo ha detto il patriarca latino di Gerusalemme, mons. Pierbattista Pizzaballa, nel suo messaggio al termine della tradizionale processione della Domenica delle Palme da Betfage (Monte degli Ulivi) alla chiesa di Sant’Anna (Città Vecchia). Il patriarca ha rivendicato il ruolo e la presenza della comunità cristiana nella Città Santa con parole forti: “Non siamo qui a Gerusalemme per custodire una memoria del passato, a proteggere monumenti della storia. Siamo qui per dire a tutti che quella salvezza che duemila anni fa ha cambiato il mondo è possibile anche oggi, qui e ora. Noi cittadini cristiani di Terra Santa non possiamo separare la nostra esperienza di salvezza dalla Città Santa Gerusalemme”. Poi tre moniti: “A chi vuole dividere, tra le comunità e appartenenze religiose, nella vita politica, tra le nostre comunità ecclesiali, tra le chiese: non fermerete il nostro amore! Continueremo ad essere sempre, nonostante tutto, anche nonostante noi stessi, Chiesa che desidera essere fonte di unità. A chi vuole imporre logiche di possesso. Non potrete possederci e non potrete possedere la città. Noi tutti apparteniamo ad essa, e non il contrario. A chi vuole escludere. Gerusalemme è la Madre che nella fede ci ha generato alla vita piena e le madri amano tutti i loro figli, che per loro sono tutti uguali, tutti amati, gratuitamente, senza esclusioni. Escludere qualcuno dei suoi figli, significa ferire l’identità stessa della nostra Città”. Non è mancato, nel messaggio del patriarca, un riferimento all’Ucraina e alle violenze delle ultime settimane “in Terra Santa” che “ci preoccupano molto”. “Siamo stanchi – ha ribadito Pizzaballa – di violenza, di odio e di vendette! Preghiamo per la giustizia e la pace per i nostri popoli di Terra Santa! Preghiamo anche per l’Ucraina e per tutti i luoghi nel mondo dove guerre e divisioni lacerano la vita di milioni di persone, dove le stesse logiche di possesso ed esclusione, che qui conosciamo, creano dolore e morte. Gerusalemme deve diventare luogo di guarigione per tutte le nazioni, il luogo dove tutti pregano e lodano il Signore per le meraviglie che qui ha compiuto. E da qui noi pregheremo e ci adopereremo perché da qui, dal luogo che ha conosciuto la salvezza del mondo, possa scaturire per tutti un sincero desiderio di pace!”. Alla processione hanno partecipato numerosi pellegrini che il patriarca ha voluto salutare ad inizio messaggio: “Dopo la pandemia, abbiamo con noi anche tanti pellegrini da diverse parti del mondo e salutiamo con gioia il loro ritorno: Grazie per esservi ricordati di noi ed essere ritornati. Vi attendevamo e pregavamo per il vostro ritorno. E ora la vostra presenza ci riporta speranza e ci da gioia, porterà il sorriso in tante famiglie. Gerusalemme è anche la vostra casa, perché Gerusalemme è la casa di tutti i popoli! Nessuno a Gerusalemme si senta escluso!”. La giornata si era aperta la mattina presto con la messa pontificale, celebrata davanti all’Edicola del Santo Sepolcro presieduta dal patriarca Pizzaballa.

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