“La povertà e la situazione di precarietà in cui versano molte persone a causa della perdita di posti di lavoro e dei problemi economici e sociali legati alla pandemia rendono ancora più urgente il nostro dovere di condivisione”. È quanto si legge nel messaggio del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso per il Ramadan, in cui si fa notare che “la pandemia con i suo tragici effetti su ogni aspetto del nostro stile di vita ha attratto nuovamente la nostra attenzione” su questo tema, che è anche il tema del messaggio di quest’anno. “La condivisione trova la sua motivazione più profonda nella consapevolezza che tutto ciò che siamo e tutto ciò che abbiamo è dono di Dio e che, di conseguenza, dobbiamo mettere i nostri talenti al servizio di tutti i nostri fratelli e sorelle, condividendo con loro ciò che abbiamo”, si legge nel testo, in cui si fa notare che “la migliore forma di condivisione ha la sua fonte in una genuina empatia e in un’efficace compassione verso gli altri” e “non si limita ai beni materiali, ma è soprattutto condivisione delle gioie e dei dolori reciproci, che fanno parte di ogni vita umana”. “Dall’empatia nasce la condivisione degli atteggiamenti e dei sentimenti dei nostri parenti, amici e vicini, anche di coloro che appartengono ad altre religioni, in occasione di eventi importanti, gioiosi e tristi delle loro vite: le loro gioie e i loro dolori diventano nostri”, s legge ancora nel testo: “Tra le gioie condivise vi sono la nascita di un bambino, la guarigione da una malattia, il successo negli studi, nel lavoro o negli affari, il tornare sani e salvi da un viaggio e sicuramente altre circostanze. Vi è anche una gioia particolare per i credenti: la celebrazione delle principali feste religiose. Quando facciamo visita ai nostri amici e vicini di altre religioni o ci congratuliamo con loro in queste occasioni, condividiamo la loro gioia per la celebrazione della loro festa senza dover fare nostra la dimensione religiosa dell’occasione celebrata”. Tra i dolori condivisi, prima di tutto, “la morte di una persona cara, la malattia di un familiare, la perdita di un lavoro, il fallimento di un progetto o di un’impresa, una crisi in famiglia, che a volte provoca la sua divisione”. “Abbiamo bisogno della vicinanza e della solidarietà dei nostri amici più nei momenti di crisi e di dolore che in quelli di gioia e di pace”, la conclusione del messaggio: “La nostra speranza, cari fratelli e sorelle musulmani, è che continuiamo a condividere gioie e dolori dei nostri vicini e amici, perché l’amore di Dio abbraccia ogni persona e l’universo intero”.