“Le uccisioni di massa di civili sono un segno di genocidio. Tutto ciò che si può vedere ora nella regione di Kiev, a Mariupol, in altre città e villaggi dell’Ucraina, lo testimonia: il tiranno russo, le persone che lo sostengono e il loro esercito sono venuti nella nostra terra per “liberare” l’Ucraina dagli ucraini”. Parole durissime quelle utilizzate dal metropolita di Kiev Epifanio, capo della chiesa ortodossa ucraina (autonoma, non legata a Mosca), per commentare oggi in un post su twitter, le immagini dei civili uccisi a Bucha, Irpen, Gostomel e altri insediamenti. Tra le vittime trovate ci sono donne, funzionari del governo locale, bambini. Alcuni hanno le mani legate, ci sono tracce di torture, sono stati colpiti alla nuca. La procuratrice generale dell’Ucraina, Iryna Venediktova, ha riferito che nelle aree a nord di Kiev dalle quali le forze russe si sono ritirate sono stati ritrovati i corpi di 410 civili uccisi.