Diventare “testimoni instancabili di riconciliazione: testimoni di un Dio per il quale non esiste la parola ‘irrecuperabile’; di un Dio che sempre perdona – siamo noi a stancarci di chiedere perdono – continua a credere in noi e dà ogni volta la possibilità di ricominciare”. E’ l’invito del Papa ai maltesi, nell’omelia della Messa nel piazzale dei Granai a Floriana, a cui hanno partecipato più di 12mila persone. “Ogni osservazione, se non è mossa dalla carità e non contiene carità, affossa ulteriormente chi la riceve”, il monito di Francesco: “Dio, invece, lascia sempre aperta una possibilità e sa trovare ogni volta vie di liberazione e di salvezza”. La vita della donna adultera, infatti, “cambia grazie al perdono, si sono incontrate la misericordia e la miseria”: “Viene persino da pensare che, perdonata da Gesù, abbia imparato a sua volta a perdonare. Magari avrà visto nei suoi accusatori non più delle persone rigide e malvagie, ma coloro che le hanno permesso di incontrare Gesù”. “Non c’è peccato o fallimento che, portato a lui, non possa diventare un’occasione per iniziare una vita nuova, diversa, nel segno della misericordia”, ha assicurato il Papa sulla scorta dell’episodio evangelico della donna adultera: “Dio perdona tutto. Questo è il Signore Gesù. Lo conosce veramente chi fa esperienza del suo perdono. Chi, come la donna del Vangelo, scopre che Dio ci visita attraverso le nostre piaghe interiori. Proprio lì il Signore ama farsi presente, perché è venuto non per i sani ma per i malati. E oggi è questa donna, che ha conosciuto la misericordia nella sua miseria e che va nel mondo risanata dal perdono di Gesù, a suggerirci, come Chiesa, di rimetterci da capo alla scuola del Vangelo, alla scuola del Dio della speranza che sempre sorprende”. “Se lo imitiamo, non saremo portati a concentrarci sulla denuncia dei peccati, ma a metterci con amore alla ricerca dei peccatori”, ha garantito Francesco: “Non staremo a contare i presenti, ma andremo in cerca degli assenti. Non torneremo a puntare il dito, ma inizieremo a porci in ascolto. Non scarteremo i disprezzati, ma guarderemo come primi coloro che sono considerati ultimi”.