“Fratelli e sorelle, che vi trovate, a qualunque titolo, nel ruolo di governanti, con la responsabilità di prendere decisioni dalle quali dipende il presente e il futuro dell’umanità, vogliate ascoltare il grido che sale dalla coscienza che ci pone davanti al Dio eterno e misericordioso, mentre un’assurda guerra, scatenata con un’invasione, sta dilaniando due popoli fratelli in Ucraina, nel contesto di un mondo seminato di guerre spesso non meno disastrose ma più dimenticate”. È l’incipit della “Lettera ai governanti dei popoli” scritta da mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi. “Ho sentito il bisogno, come pastore di questa Chiesa di Assisi che diede i natali a san Francesco ed è tutta segnata dalla sua santità, d’intesa con i suoi figli che qui incarnano il suo carisma, di farvi giungere una parola semplice, ‘ingenua’ come la sua, in armonia con il grido di dolore del Sommo Pontefice che porta il suo nome”. Sorrentino richiama la “lettera ai reggitori di popoli” di san Francesco: nella sua lettera Francesco “si limitava a chiedere una sola cosa: di mettere in onore il pensiero di Dio. Scriveva: ‘Considerate e vedete che il giorno della morte si avvicina. Vi supplico perciò, con tutta la reverenza di cui sono capace, di non dimenticare il Signore’”.
La lettera del vescovo di intitola “Costruire la pace nello spirito di Assisi”. Vi si legge ancora: “Un approccio che può apparire semplicistico, di fronte a una realtà così complessa e dolorosa come quella che si sta oggi vivendo in Ucraina e di riflesso nel mondo. Ma forse il Santo era meno ingenuo di quanto possa sembrare, gettando, con quel suggerimento, le fondamenta stesse di ogni buon governo della società. Sta in questo orizzonte ciò che Papa Francesco ci ha voluto dire consacrando il mondo a Maria. È la diplomazia della pace espressa con la forza mite della preghiera. È al tempo stesso l’incoraggiamento, in questo momento buio dell’Europa e dell’umanità, a credere nella forza della ragione, sapendo che essa è una scintilla inestinguibile, perché appartiene alla struttura della persona umana ed ha il suo fondamento nella presenza di Dio in ciascuna persona”.