“Ora, nella notte della guerra che è calata sull’umanità, per favore non facciamo svanire il sogno della pace”. E’ l’ennesimo, appassionato appello per la pace lanciato dal Papa dall’inizio della guerra in Ucraina. “Proprio dall’est dell’Europa, dall’Oriente dove sorge prima la luce, sono giunte le tenebre della guerra”, ha affermato Francesco dal palazzo del Gran Maestro a Malta, rivolgendosi alle autorità e al Corpo diplomatico. “Pensavamo che invasioni di altri Paesi, brutali combattimenti nelle strade e minacce atomiche fossero ricordi oscuri di un passato lontano”, ha ribadito: “Ma il vento gelido della guerra, che porta solo morte, distruzione e odio, si è abbattuto con prepotenza sulla vita di tanti e sulle giornate di tutti”. “E mentre ancora una volta qualche potente, tristemente rinchiuso nelle anacronistiche pretese di interessi nazionalisti, provoca e fomenta conflitti, la gente comune avverte il bisogno di costruire un futuro che, o sarà insieme, o non sarà”, l’analisi di Francesco subito prima dell’appello per la pace. “Malta, che brilla di luce nel cuore del Mediterraneo, può ispirarci, perché è urgente ridare bellezza al volto dell’uomo, sfigurato dalla guerra”, ha proseguito: “Una bella statua mediterranea risalente a secoli prima di Cristo raffigura la pace, Irene, come una donna che ha in braccio Pluto, la ricchezza. Ricorda che la pace genera benessere e la guerra solo povertà. E fa pensare il fatto che nella statua pace e ricchezza siano raffigurate come una mamma che tiene in braccio un bimbo”. “La tenerezza delle madri, che danno al mondo la vita, e la presenza delle donne sono l’alternativa vera alla logica scellerata del potere, che porta alla guerra”, la tesi del Papa: “Di compassione e di cura abbiamo bisogno, non di visioni ideologiche e di populismi, che si nutrono di parole d’odio e non hanno a cuore la vita concreta del popolo, della gente comune”.