“I vostri antenati diedero ospitalità all’apostolo Paolo mentre era diretto a Roma, trattando lui e i suoi compagni di viaggio con rara umanità; ora, venendo da Roma, sperimento anch’io la calorosa accoglienza dei maltesi, tesoro che nel Paese si tramanda di generazione in generazione”. Il primo discorso del Papa in terra maltese comincia con un omaggio alla capacità di accoglienza di questo popolo. “Per la sua posizione Malta può essere definita il cuore del Mediterraneo”, l’esordio di Francesco durante l’incontro con le autorità e il Corpo diplomatico, nella Grand Council Chamber del palazzo del Gran Maestro a La Valletta: “Ma non solo per la posizione: l’intreccio di avvenimenti storici e l’incontro di popolazioni fanno da millenni di queste isole un centro di vitalità e di cultura, di spiritualità e di bellezza, un crocevia che ha saputo accogliere e armonizzare influssi provenienti da molte parti”. “Questa diversità di influssi fa pensare alla varietà dei venti che caratterizzano il Paese”, l’esempio scelto dal Papa: “Non a caso nelle antiche rappresentazioni cartografiche del Mediterraneo la rosa dei venti era spesso collocata vicino all’isola di Malta”. “Vorrei prendere in prestito proprio l’immagine della rosa dei venti, che posiziona le correnti d’aria in base ai quattro punti cardinali, per delineare quattro influssi essenziali per la vita sociale e politica di questo Paese”, ha spiegato Francesco: “È prevalentemente da nord-ovest che i venti soffiano sulle isole maltesi. Il nord richiama l’Europa, in particolare la casa dell’Unione Europea, edificata perché vi abiti una grande famiglia unita nel custodire la pace. Unità e pace sono i doni che il popolo maltese chiede a Dio ogni volta che intona l’inno nazionale”. “La pace segue l’unità e sgorga da essa”, la tesi del Papa: “Ciò richiama l’importanza di lavorare insieme, di anteporre la coesione a ogni divisione, di rinsaldare radici e valori condivisi che hanno forgiato l’unicità della società maltese”. “Ma per garantire una buona convivenza sociale, non basta consolidare il senso di appartenenza; occorre rafforzare le fondamenta del vivere comune, che poggia sul diritto e sulla legalità”, ha proseguito Francesco, secondo il quale “l’onestà, la giustizia, il senso del dovere e la trasparenza sono pilastri essenziali di una società civilmente progredita”. “L’impegno a rimuovere l’illegalità e la corruzione sia dunque forte, come il vento che, soffiando da nord, spazza le coste del Paese”, il primo appello del Papa: “E siano sempre coltivate la legalità e la trasparenza, che permettono di sradicare malvivenza e criminalità, accomunate dal fatto di non agire alla luce del sole”.