“La fine dello stato di emergenza sancisce la cessazione delle misure eccezionali previste per arginare gli effetti della pandemia che, però, non è ancora alle nostre spalle; infatti, i contagi non sembrano allentare la presa e, ci auguriamo, si riducano con l’arrivo della bella stagione”. Lo scrive l’arcivescovo di Fermo, mons. Rocco Pennacchio, con riferimento alla lettera della Presidenza Cei consultabile sul sito www.chiesacattolica.it, in un messaggio ai sacerdoti della diocesi. Il presule accoglie “con soddisfazione la possibilità di non prevedere più il distanziamento all’interno delle celebrazioni” e “la possibilità di riprendere le processioni” ma chiede ai parroci di “vigilare perché si svolgano adottando le necessarie misure di cautela, in accordo con le istituzioni civili, per evitare che possano diventare luogo di diffusione di contagio”.
Consapevole della delicatezza della situazione pandemica, scrive ancora Pennacchio, “esorto tutti a rispettare con scrupolo le prescrizioni ancora in essere (mascherine, igienizzazione delle mani e degli ambienti, ecc.) e, facendo mie le parole della Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei Sacramenti, rivolgo ‘a tutti un invito alla prudenza, evitando gesti e comportamenti che potrebbero potenzialmente essere rischiosi”’. A proposito della distribuzione dell’Eucaristia, l’arcivescovo dispone che “si continui a distribuire la comunione solo sulla mano”, garantendo “la correttezza e la dignità di questo gesto”; una decisione che “rimarrà in vigore fino a nuove disposizioni”.
Infine, gratitudine ai sacerdoti e alle comunità loro affidate: “In questi due anni di emergenza è cresciuto il senso di responsabilità e la sensibilità per il bene comune; in molti hanno riconosciuto alla Chiesa di essere stata esemplare nell’aver accolto con docilità le restrizioni che, particolarmente nella Pasqua 2020, hanno colpito il cuore della liturgia cristiana”.