In Ucraina “niente oramai è al sicuro dagli attacchi. Ospedali, maternità, pediatrie, scuole e orfanotrofi sono sotto il fuoco delle armi pesanti, insieme a case, rifugi, sistemi idrici, centrali elettriche e altre infrastrutture essenziali: 1,4 milioni le persone senza acqua e 4,6 milioni che vi hanno un accesso solo limitato, 1 milione le persone prive elettricità e 264.000 di gas. Almeno 56 sono stati gli attacchi contro strutture mediche, 500 le scuole danneggiate o distrutte”. Lo ha dichiarato Andrea Iacomini, portavoce Unicef Italia. “Nel quadro di un rigido inverno, con le temperature ancora ben sotto lo zero – prosegue –, il confinamento nei rifugi, lo sfollamento e la fuga delle famiglie in tutto il paese aggravano drammaticamente i rischi di epidemie di polio e morbillo, di malattie respiratorie e diarroiche e di altra natura: la prevalenza di tubercolosi e Hiv in Ucraina è tra le più alte in tutta Europa, mentre l’epidemia di polio dello scorso anno nell’Ucraina occidentale ha evidenziato il rischio di malattie prevenibili da vaccino. A destare preoccupazione la pandemia di Covid-19, non scomparsa con la guerra, con un aumento dei casi del 555% tra il 15 gennaio e il 25 febbraio e appena il 37% della popolazione vaccinata con 2 dosi, uno dei tassi più bassi in Europa. Nei Blue Dot punti di accoglienza Unicef e Unhcr stanno distribuendo oltre a tutto il necessario anche test rapidi per il Covid-19”.
“Preoccupa”, conclude Iacomini, “anche lo stato nutrizionale, con almeno 450mila bambini con meno di 2 anni che necessitano di urgente supporto per l’alimentazione. Più di 16 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria: 2,9 milioni sono bambini sotto i 18 anni. Molti di più quelli che, oggi, sono vittime di una brutalità che è un oltraggio morale da cui devono essere protetti”.