Coronavirus Covid-19: Iss-min. Salute, prosegue calo ricoveri terapie intensive. Quattro Regioni a rischio alto. Completare cicli vaccinali

Il tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva continua a diminuire arrivando al 4,8% (455/9.471) al giorno 22 marzo rispetto al 5,3% (502/9.495) al giorno 15. Il numero assoluto di persone ricoverate in terapia intensiva diminuisce, passando da 502 (15 marzo) a 455 (22 marzo), con un decremento relativo del 9,4%. È quanto emerge dal al Report dell’Istituto superiore di sanità-ministero della Salute, contenente i dati principali del monitoraggio della Cabina di regia, relativi al periodo 14-20 marzo, aggiornati al 23 marzo.
Il tasso di occupazione in aree mediche Civid-19 a livello nazionale è in lieve aumento; è pari al 13,8% (8.969/64.989) al giorno 22 marzo rispetto al 13,0% (8.473/65.035) del 15; il numero di persone ricoverate in queste aree è aumentato da 8.473 (15 marzo) a 8.969 (22 marzo) con un aumento relativo del 5,8%.
Quattro Regioni/Province autonome sono classificate a rischio alto a causa di molteplici allerte di resilienza. Le restanti sono classificate a rischio moderato, di cui tre ad alta probabilità di progressione a rischio alto; 15 Regioni/Province autonome riportano almeno una singola allerta di resilienza, quattro riportano molteplici allerte di resilienza.
“Nella settimana di monitoraggio si continua ad osservare una crescita dei nuovi casi evidente già dalle tre settimane precedenti. Si raccomanda pertanto di continuare a rispettare rigorosamente le misure comportamentali individuali e collettive raccomandate, ed in particolare distanziamento interpersonale, uso della mascherina, aereazione dei locali, igiene delle mani, riducendo le occasioni di contatto e ponendo particolare attenzione alle situazioni di assembramento”, si legge nel report. “L’elevata copertura vaccinale, in tutte le fasce di età, anche quella 5-11 anni, il completamento dei cicli di vaccinazione ed il mantenimento di una elevata risposta immunitaria attraverso la dose di richiamo, con particolare riguardo alle categorie indicate dalle disposizioni ministeriali, rappresentano strumenti necessari a mitigare l’impatto soprattutto clinico dell’epidemia”, concludono gli esperti.

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